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Home » Esteri » Europa » RIARMO UE/ Macron-Starmer, il patto nucleare che “piace” alla Germania e smonta l’Europa a 27

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RIARMO UE/ Macron-Starmer, il patto nucleare che “piace” alla Germania e smonta l’Europa a 27

Gianluigi Da Rold
Pubblicato 21 Luglio 2025
Starmer, UK

Premier UK Keir Starmer, leader dei Laburisti (ANSA-EPA 2025)

La dichiarazione di Northwood tra Starmer e Macron e il Kensington Treaty tra Starmer e Merz hanno l’ambizione di ridisegnare l’Europa sulla difesa

Forse è il tentativo di rilanciare l’Unione Europea in un momento  tanto delicato, tra le dissidenze dei 27 Stati che ne fanno parte e la pressione continua e asfissiante, ormai, della guerra commerciale (perché questo è), che Donald Trump sta facendo con la minaccia dei dazi, cambiando idea un giorno sì e uno no, ma sostanzialmente cercando di mettere in difficoltà tutta l’Ue.


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In più, il presidente americano lo fa tra insulti, prediche e qualche minaccia di non dover più rispettare l’articolo 5 della Nato, con l’ombra sinistra di un isolamento totale statunitense, che escluderebbe qualsiasi intervento di difesa coordinata con altri Stati dell’Alleanza Atlantica.

Ed è di pochi giorni fa forse, una prima risposta: l’accordo importante tra Francia e Gran Bretagna. A Northwood, luogo simbolico a Nord di Londra, Emmanuel Macron e il premier britannico Keir Starmer hanno dichiarato che i loro governi risponderanno congiuntamente alle minacce ai loro “interessi vitali”, intendendo in questo modo anche l’Europa. Il significato di questo accordo è rilevante, essendo un primo passo decisivo sulla cosiddetta strada della deterrenza che riguarda tutta l’Europa.


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Con Francia e Regno Unito entrano in campo due potenze atomiche, che possiedono insieme 515 testate nucleari. È ovviamente un numero contenuto rispetto a potenze con gli arsenali più vasti come Russia e Stati Uniti. E le testate franco-inglesi sono pensate per la difesa di un solo Paese, non certamente per tutta l’Europa, ma rappresentano in ogni caso un numero considerevole in termini di deterrenza. In base all’accordo questi arsenali resteranno indipendenti, ma viene introdotta la possibilità di coordinarli.

Starmer e Macron hanno collocato i nuovi accordi sulla difesa in una collaudata storia di collaborazione militare tra i due Paesi. Oltre agli arsenali nucleari, gli accordi prevedono lo sviluppo congiunto di nuovi missili a lungo raggio Storm Shadow/Scalp e il potenziamento di una forza di spedizione congiunta creata nel 2010, portandola da 10mila a 50mila soldati.


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In questo quadro la Brexit sembra dimenticata e, anche se la difesa comune europea sembra sempre più complicata, l’iniziativa di un Paese europeo come la Francia e uno anglosassone come la Gran Bretagna, storico alleato degli Usa, sembra un passo in avanti importante nella formazione di una deterrenza anche in Europa. Si aggiunga a questo un accordo sui migranti.

Si parlava comunque di nuovi accordi. Ecco una sorpresa che arriva dopo l’accordo tra Francia e Gran Bretagna. Ottant’anni dopo la fine della seconda guerra mondiale, Germania e Gran Bretagna hanno siglato il 17 luglio il primo accordo bilaterale della loro storia. Un trattato di amicizia, che impegna le due potenze del Continente alla difesa reciproca in caso di crisi e individua diverse aree dove intensificare la cooperazione, in primis l’industria della difesa.

Il Trattato si chiama Kensington Treaty ed è stato presentato al pubblico, dopo la firma, dal premier britannico Starmer e dal cancelliere tedesco Friedrich Merz in visita a Londra. Insomma dopo la Brexit, Londra ha firmato dichiarazioni d’intenti a livello bilaterale con una serie di Paesi europei, Italia compresa.

Ma una settimana dopo il patto Starmer-Macron sulla deterrenza nucleare, l’intesa sulla difesa tra Londra e Berlino completa in qualche modo il triangolo dei trattati fra gli E3, il formato che unisce Francia, Germania e Regno Unito.

Prevede una stretta cooperazione in materia di sicurezza e difesa, compresa la deterrenza nucleare. E un impegno esplicito da parte di Regno Unito e Germania a considerare una minaccia contro uno dei due Paesi al pari di una minaccia contro l’altro, dichiarando che i due Paesi si assisteranno reciprocamente, anche con mezzi militari, in caso di attacco armato.

Risposte e accordi che avranno un seguito limitato in una Europa troppo divisa? Dichiarazioni da bluff? Probabilmente anche sì, ma indubbiamente un primo significativo passo avanti, rispetto a questi ultimi anni.

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Tags: Emmanuel MacronFriedrich MerzEconomia FranciaEconomia Germania

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