I sondaggi politici del Termometro di luglio 2025: caos dazi e Russia, il giudizio degli italiani "diviso" su Trump. FdI tiene, M5s recupera su Schlein
GLI ULTIMI SONDAGGI POLITICI DEL TERMOMETRO: TIENE FDI, RISALE IL M5S, ANCORA STALLO PER I DEM (COL “CASO MILANO”)
Conte in versione ‘scippa voti’, Schlein al “palo” dopo il caso Milano e Meloni in stallo ma sempre come primo partito del Paese: questi alcuni dei “risultati” che emergono dagli ultimi sondaggi politici del Termometro Politico, raccolti tra il 16 e il 17 luglio 2025 (dunque in pieno inchiesta-choc sulla giunta di Centrosinistra del sindaco Sala). Le tensioni internazionali e la partita chiave sui dazi restano sempre sullo sfondo e condizionano in parte l’andamento dei singoli partiti, senza però stravolgere il “trend” visto in queste ultime settimane prima della pausa estiva.
Il Termometro resta dunque ancora caldissimo per Fratelli d’Italia che al 29,2% resta ampiamente il primo partito del Paese: la tenuta di Meloni & Co. si unisce al lieve calo del Pd di Elly Schlein, frenata dalle polemiche per la vicenda Milano e dalla sfida a distanza con i 5Stelle per trovare una quadra sul campo largo progressista.
Alla fine Fico sarà il candidato alle Regionali in Campania e Giani in Toscana, salvo clamorosi colpi di scena: il braccio di ferro viene così “vinto” da Conte che col M5s recupera voti agli alleati-rivali dem: gli ex grillini valgono oggi il 12,5% nei sondaggi politici nazionali presentati dal Termometro, mentre l’AVS di Bonelli e Fratoianni al 6,5% resta ai livelli dei risultati visti alle ultime Europee.

In casa Centrodestra, oltre al traino FdI, resta il “derby” tutto interno tra Lega e Forza Italia: Salvini e il Carroccio dopo il ricorso presentato dai pm di Palermo sul caso Open Arms si ferma lievemente all’8,4% mentre gli azzurri di Tajani restano avanti di un’incollatura, con l’8,6%. A chiudere le intenzioni di voto questa settimana troviamo come sempre l’area centrista in “fondo” alle altre due coalizioni rivali: Azione di Calenda resta al 3%, con Renzi che insegue al 2,4% (e con velleità di “federare” Dem, sinistra radicale e centristi). PiùEuropa di Magi all’1,9% tiene invece dietro nei sondaggi politici sia Santoro che Rizzo, che il Noi Moderati di Lupi.
CAOS DAZI, IL 50% È CONTRO TRUMP: SULLA RUSSIA PERÒ PIACE LA SVOLTA USA
Come sempre però i sondaggi politici del Termometro offrono una panoramica più ampia sui principali dossier della politica nazionale ed internazionale: e così a poche settimane dalla scadenza fissata da Trump per il redde rationem sui dazi USA-UE, la trattativa ferve con il Governo Meloni che ha lanciato le proprie proposte di mediazione a Bruxelles, augurandosi in una buona riuscita del negoziato cruciale per la vita economica europea (e italiana).

Ebbene, i sondaggi raccolti a metà luglio fanno ben capire come al momento le posizioni dell’amministrazione Trump siano largamente contestate dall’elettorato italiano: il 49,7% è infatti convinto che occorre agire per evitare conseguenze nefaste ai possibili dazi al 30% contro i prodotti UE. L’Europa dovrebbe mettere in atto contromisure altrettanto dure sui manufatti americani, con anche «restrizioni all’accesso al mercato UE per le aziende americane», spiegano gli elettori intervistati.
“Solo” il 13% ritiene che i dazi di Trump siano un danno per l’America in primis, tanto da non dover fare di fatto nulla in risposta: il 10,9% ritiene invece sia colpa dall’Europa l’intera situazione commerciale, e anzi invitano ad eliminare restrizioni e dazi già interni che limitano una piena concorrenza leale. Il 20% degli intervistati nei sondaggi politici del Termometro infine suggerisce di trattare come Italia separatamente dalla Commissione Europea per ottenere una trattamento di favore sui nostri prodotti.
Se un italiano su 2 contesta Trump sui dazi, è ben più popolare e positivo il giudizio sulla svolta avuta contro la Russia di Putin: il complessivo 47% ritiene ottimo l’ultimatum dato al Cremlino per ottenere la tregua in Ucraina (con la minaccia di dure sanzioni in caso non arrivi il cessate il fuoco), mentre solo l’11% lo ritiene una mossa avventata e inutile.
