Fatma aveva superato la maturità e adesso doveva decidere cosa fare. Non era una scelta facile. Decise di consultarsi con Cecilia
Fatma aveva preso il diploma di maturità nella scuola professionale con indirizzo socio-sanitario. Il risultato era stato per lei soddisfacente, aveva ottenuto 82 punti, un po’ di più rispetto alle sue prestazioni normali.
Contenta, era andata a trovare i suoi insegnanti i quali le avevano ribadito ciò che già le avevano detto durante l’anno, che lei avrebbe dovuto fare l’università, scegliendo una strada a lei congeniale e che la interessasse sul serio.
Fatma aveva detto a tutti di sì, era in dubbio tra l’indirizzo di ostetricia e quello educativo: da sempre aveva in mente di fare l’ostetrica, ma aveva fatto lo stage in una scuola materna e le era piaciuto molto stare con i bambini. Era stata proprio un’esperienza affascinante!
Nei giorni dopo la maturità aveva spesso parlato con sua mamma e suo papà delle sue prospettive universitarie e delle sue possibili scelte. Sua mamma le aveva detto di fare ciò che le piaceva, suo papà le aveva detto di considerare anche l’idea di fare qualcosa che la facesse entrare subito nel mondo del lavoro.
“Come la OSS?” aveva chiesto allora Fatma.
“Che cosa sarebbe la OSS?” aveva ribattuto il padre.
“L’operatore socio-sanitario, chi si occupa dei malati durante il giorno, cura l’igiene personale, li porta dal reparto a fare gli esami, fa le pulizie, insomma tutti quei lavori che sono necessari in un ospedale o in una casa di riposo.”
“E ti piacerebbe?” le aveva chiesto il padre.
“Quando l’ho fatto mi è piaciuto, non so però immaginarmi così per tutta la vita.”
Suo padre non aveva insistito, anzi le aveva detto di scegliere liberamente, tanto lui l’avrebbe sostenuta, qualunque scelta avesse compiuto.
Così Fatma si trovava dentro il turbinio di queste diverse possibilità e ognuna aveva le sue ragioni.
Allora aveva cercato Cecilia, la volontaria che l’aveva seguita al centro di aiuto allo studio fin dagli inizi, quando il suo italiano era zoppicante. Con lei aveva fatto un cammino di cinque anni e si era creata un’amicizia che andava oltre le ripetizioni. Era una stima reciproca che portava sia Fatma sia Cecilia a condividere le proprie problematiche con l’amica.
Fatma e Cecilia si erano date un appuntamento al parco, si erano sedute su una panchina e dopo i complimenti di Cecilia Fatma le aveva esposto il suo dramma. Non sapeva che cosa scegliere, se prendere la strada dell’ostetricia, che aveva sempre pensato come la sua prospettiva, oppure quella di educatrice che le veniva dall’esperienza fatta con i bambini durante la scuola, oppure fare il corso da OSS e andare a lavorare, così da aiutare la sua famiglia dove vi era tanto bisogno.
“Tra queste ne devo prendere una, tu quale mi consigli?”
Cecilia aveva ascoltato attentamente, ma alla domanda di Fatma aveva avuto come un sobbalzo e decisamente le aveva detto: “No, io non ti consiglio nulla!”
“Come, non mi consigli nulla?” aveva reagito Fatma che sperava in un aiuto da questa amica.
“Sei tu che devi scegliere, e guardati bene da chi ti dà consigli!” aveva allora precisato Cecilia, aggiungendo: “devi avere un criterio con cui scegliere, è su questo che ti posso aiutare.”
“Un criterio? Cosa significa?” aveva domandato Fatma, leggermente disorientata da questa nuova prospettiva che si stava inserendo nel suo dramma.
“Tu mi hai fatto un elenco delle possibilità che oggi vuoi valutare, ora devi chiederti che cosa corrisponde maggiormente alla tua persona, in questo modo trovi la strada. È la realtà che ti indicherà la strada da prendere, le esperienze che hai fatto già ti parlano. E se ad esempio decidi di fare l’ostetrica, fai il test e non lo passi, la realtà ti parla, non è la fine di tutto, ti dice di guardare da un’altra parte. Quindi devi confrontare quello che hai dentro, gli interessi che hai, le capacità che hai scoperto di avere, le abilità che la scuola ti ha fatto apprendere, con quello che accade e vedrai che la strada ti si aprirà davanti e sarà la strada percorrendo la quale realizzerai te stessa.”
Fatma aveva ascoltato attentamente e poi aveva ringraziato Cecilia, dicendole che lei non aveva mai pensato in questo modo, per cui una volta era convinta di una cosa, poi ci ripensava e si diceva che sarebbe stato meglio fare in modo diverso. “Insomma andavo da una parte all’altra senza sapere dove fermarmi!” aveva sintetizzato la sua indecisione Fatma.
“Hai un lavoro da fare in cui il protagonista è il tuo cuore, parti sempre da lì e ascolta la realtà” aveva ribadito Cecilia abbracciandola e rassicurandola. Lei le sarebbe stata sempre vicina!
