Il punto sulle Regionali 2025, da sinistra a destra: caos su Campania e Veneto, Ricci "salvato" da Conte nelle Marche. Ondata di arresti a Milano
SI RICOMPONE LA SINISTRA NELLE MARCHE MA RISCHIA LA ROTTURA SULLA CAMPANIA (E, DI CONSEGUENZA, IN TOSCANA). INTANTO A MILANO…
Era attesa per oggi la decisione del gip di Milano in merito all’inchiesta sull’urbanistica e la “risultanza” dei primi arresti disposti conferma il periodo molto complesso per il Centrosinistra, braccato tra alleanze alle Regionali 2025 che non si stringono e inchieste che imbarazzano. L’arresto ai domiciliari, tra gli altri, dell’ex assessore della Giunta Sala, Giancarlo Tancredi, mette nuovamente al centro dello scandalo (presunto) il sistema di potere del “campo largo” all’interno del Comune di Milano: il tutto, nel giorno in cui il leader del M5s Giuseppe Conte arriva a “salvare” la candidatura di Matteo Ricci alle Elezioni Regionali Marche 2025 dopo l’interrogatorio sostenuto ieri dal sindaco Pd di Pesaro in merito all’inchiesta Affidopoli.
«Non esistono condizioni per chiedere un passo indietro a Ricci», spiega in un conferenza stampa a Roma il leader e Presidente del Movimento 5Stelle, salvando la candidatura del campo largo nelle Marche dopo aver lui stesso messo in discussione per l’inchiesta a carico del sindaco di Pesaro. Una mossa “garantista” motivata dal temere di creare «un brutto precedente», e con una exit strategy comunque per la base giustizialista del partito («Se dovessero emergere fatti nuovi, ne trarremmo le dovute conseguenze»), che arriva però pochi giorni dopo la messa fortemente in discussione di De Luca sulla prossima candidatura di Roberto Fico in Campania.

Dopo l’incontro della scorsa settimana tra Schlein, Conte e il Governatore uscente sembrava tutto apparecchiato per la nomina dell’ex Presidente del Senato come candidato unico del campo largo alle prossime Regionali Campania 2025, con la conseguenza diretta di un accordo tra Pd e M5s per la conferma di Giani in Toscana. Tutto però messo a rischio ora con De Luca che ammette candidamente che nulla è stato risolto e che la sua componente politica locale «non accetta a scatola chiusa il lasciare la Regione al M5s».
Addirittura il Presidente dem ritiene Fico e gli altri candidati consiglieri come «nomi non adeguati per esperienza, capacità e competenza»: ecco dunque che l’indomani Conte conferma Ricci, che nel frattempo ha parlato con i pm nella giornata del 30 luglio. Il “sospetto” politico che vi sia una netta correlazione tra le due vicende, almeno a livello politico, resta eccome anche vedendo come il campo progressista attenda spasmodicamente una quadra completa sui 5 candidati delle prossime Regionali 2025
DA SINISTRA A DESTRA, IL VENETO (E ZAIA) AGITANO IL GOVERNO MELONI
Paradossalmente, l’unico nome certo per il Centrosinistra nella rosa dei candidati per le Elezioni di fine anno resta quel Giovanni Manildo in Veneto, la Regione che invece mette in forte tensione i rivali del Centrodestra che ancora devono giungere ad un accordo sostanziale sul successore del Governatore Luca Zaia. Se infatti il campo largo non riesce ancora a riunirsi sotto unici nomi e con coalizioni strutturate, il Governo Meloni ha ben chiaro i confini della propria coalizione ma fatica a trovare l’accordo sui nomi.

Se quindi tra le inchieste giudiziarie e le alleanze interne, a sinistra si piange, per quanto riguarda la destra certamente non si ride: il Presidente del Senato e membro importante di FdI, Ignazio La Russa, ha annunciato la personale bocciatura sulla presenza di una lista civica di Zaia alle Regionali.
Il n.1 veneto della Lega rivendica invece la possibilità di non disperdere l’importante consenso accumulato in questi anni di governo nel territorio: se infatti il candidato del Centrodestra non sarà Alberto Stefani (il favorito attualmente, nonché n.1 della Liga Veneta e vicesegretario della Lega), l’impressione è che possa sfaldarsi la coalizione con la lista Zaia che a quel punto decollerebbe con consensi potenzialmente più ingenti degli storici tre partiti di Centrodestra.
A margine di un evento ieri in Veneto, Zaia stesso prova a spegnere le polemiche spiegando che la decisione sulla sua lista civica verrà presa solo dal candidato Governatore, una volta che sarà ufficializzato nel prossimo vertice del Centrodestra (a cui lo stesso Zaia ha dato disponibilità a discutere con i leader): «Per me non è una questione di crociata, deciderà il candidato in Veneto».
Continuano le “sirene” di FdI e Fi rispettivamente sui nomi di Speranzon e Tosi come elementi di “alternativa” alla scelta che dovrebbe cadere nuovamente sulla Lega per le Regionali in autunno, non appena sarà capito come gestire il listino di Zaia e i tanti amministratori che in questi anni hanno seguito il Governatore e che rischiano di rimanere tagliati fuori dalle liste del Centrodestra “classico”.
