La Sala Stampa del Vaticano smentisce il presunto incontro tra Francesca Chaouqui e Papa Leone XIV: le novità sul processo Becciu e il "cambio di passo"
LA SMENTITA (SECCA) DEL VATICANO E L’ULTIMO PRESUNTO TENTATIVO DI CHAOUQUI: COS’È SUCCESSO IN VATICANO
Chiamata da molti ‘la Papessa’ al centro o tangenziale nelle ultime vicende oscure in Vaticano – da Vatileaks fino al processo Becciu – Francesca Immacolata Chaouqui è nuovamente protagonista di un potenziale scontro interno con la Santa Sede: secondo il blog informato di vicende Oltretevere, “Silere Non Possum”, la donna avrebbe tentato nei giorni scorsi di far sapere tramite il quotidiano “Domani” di essere stata ricevuta da Papa Leone XIV, seppur in forma privata.
Ecco, la Sala Stampa del Vaticano si è però subito affrettata a smentire su tutta la linea la news circolata. «Chaouqui non ha mai incontrato Papa Leone XIV», e secondo il blog vaticano citato dal “Giornale”, «mai lo vedrà». Poche parole ma “esiziali” nel far capire il cambio di passo rispetto al passato dove l’affarista e giornalista si è più volta mossa all’interno della comunicazione della Santa Sede senza mai essere smentita a pieno titolo.

Cosa è cambiato è molto facile a dirsi: dopo l’uscita delle chat (estromesse dal primo processo Becciu) prima del Conclave che mostravano Chaouqui come potenziale “imbeccatrice” del supertestimone, mons. Alberto Perlasca, contro il cardinale ex Segreteria di Stato, ecco che presso la Santa Sede si vuole subito mettere le questioni in chiaro. Il posto in Vaticano non è più “garantito” per la donna che rischia nel processo di appello sul caso del Palazzo di Londra di essere particolarmente coinvolta.
A SETTEMBRE SI RIAPRE IL PROCESSO BECCIU (FORSE): LE NOVITÀ
La smentita del Vaticano arriva direttamente contro la notizia data dal “Domani” di Emiliano Fittipaldi, ma nei fatti l’obiettivo era appunto Francesca Chaouqui: per lo staff di Papa Prevost, quell’incontro citato non v’è mai stato. Ovviamente il tema non può non avere relazioni con la possibile seconda fase dell’immenso caso-Becciu, specie dopo che il cardinale sardo ha denunciato Chaouqui accusandola di aver macchinato l’intera vicenda dei fondi Segreteria di Stato contro di lui e gli altri indagati.
Le famose chat fatte uscire dalla difesa di Mincione (altro indagato e condannato sul caso Becciu, ndr) hanno di fatto scoperchiato un nuovo vaso di Pandora, questa volta contro i pm del processo in Vaticano: vengono accusati di aver omesso chat fondamentali per dettagliare una possibile macchinazione ai danni dell’imputato Angelo Becciu.
Dopo l’esposto del cardinale condannato a ben 5 anni e mezzo di reclusione per truffa e peculato, i magistrati della Santa Sede ipotizzano i reati di esecuzione abusivo della professione ed estorsione ai danni di Chaouqui (come riportava nei giorni scorsi “Il Domani”).
Lei di contro ha sempre negato di aver avuto un ruolo primario nella vicenda del Palazzo londinese, e soprattutto nega di aver macchinato contro Becciu: «Non esiste alcun messaggio in cui io ho mai indicato cosa dire o come porsi a monsignor Perlasca», spiegava ad inizio luglio nell’intervista a “Repubblica”, aggiungendo che l’intera vicenda fu gestita da Ciferri (amica e confidente di mons. Perlasca, ndr), «fu poi Perlasca a incidere gli audio. Io ne ho solo portato a conoscenza il Papa».
Il prossimo processo d’appello, per questi motivi, si appresta ad essere fin da subito “incendiario” per le posizioni nettamente agli antipodi che si presentano alla vigilia. Al netto di come finirà la vicenda, e al netto di chi possa realmente avere ragione nella lunga e intricata storia processuale, la scelta del Vaticano è netta: non esiste alcun tipo di incontro tra il Papa e Chaouqui, né vi saranno incarichi da consulente ulteriori. Il processo è previsto per il 22 settembre 2025 con la prima udienza anche se diverse “voci” parlano della possibilità di un ulteriore slittamento delle udienze viste le nuove prove emerse dalle chat estromesse dal procuratore Diddi durante la prima fase processuale.
