Va in pagamento da oggi il Contributo straordinario per i beneficiari dell'Adi che hanno presentato richiesta di rinnovo
Correva l’anno 2019 quando l’allora ministro grillino al Lavoro Luigi Di Maio lanciava il “Reddito di cittadinanza” lo strumento che, come per magia, avrebbe, in pochi mesi, dovuto sconfiggere la povertà nel nostro Paese.
Tuttavia, come, forse, e facilmente, immaginerete le povertà, e le disuguaglianze, sono sempre vive e anzi, più forti di prima, in mezzo a noi. Il Covid-19 (con tutte le sue ricadute) e l’accelerazione di alcune trasformazioni in corso, assieme alle varie guerre in giro per il mondo, hanno, se possibile, peggiorato ulteriormente la situazione sociale, ed economica, delle nostre comunità.
Il Governo Meloni, una volta insediato, ha, quindi, profondamente cambiato le regole del Reddito di cittadinanza grillino sostituendolo con due nuove misure: il Supporto formazione lavoro (Sfl) e l’Assegno di inclusione (Adi). La scelta, profondamente politica, è stata, certamente, di rottura rispetto anche ad alcuni luoghi comuni, e pregiudizi, che hanno interessato la misura, fortemente voluta dai grillini, e i loro beneficiari.

In questo quadro l’Sfl è maggiormente indirizzato alle persone, almeno teoricamente, occupabili, mentre l’Adi si preoccupa di chi ha maggiori fragilità di natura sociale (handicap, famiglie numerose, ecc.).
Lo scorso giugno sono terminati i primi 18 mesi di Adi per chi lo aveva chiesto appena era stato possibile. La legge prevede che lo si possa chiedere nuovamente dopo un mese di “stop”. Nel mese attualmente in corso, quindi, le persone potranno ricominciare a usufruire di questa seconda “tranche” di Adi.
Nelle scorse settimane, e per ora limitatamente al 2025, il Governo ha previsto di finanziare un “bonus” per coprire, in qualche maniera, il mese “perduto”. Per la vigilia di Ferragosto i beneficiari Adi avranno così un piccolo “regalo” (massimo 500 euro) insieme alla prima mensilità del sussidio “rinnovato”.
L’occasione dell’inizio di questa nuova fase potrebbe rappresentare anche un momento di riflessione “aperta” a tutti i soggetti a vario coinvolti per capire se, e come, il Reddito di cittadinanza “meloniano” sta funzionando e se sta, realmente, raggiungendo gli ambiziosi obiettivi che, in sede di riforma, l’Esecutivo si era posto.
Provare a dare una risposta seria a chi, spesso senza colpa, si trova in povertà o a rischio di emarginazione sociale, è, infatti, uno di quei temi su cui sarebbe auspicabile poter/dover collaborare tutti insieme e dalla stessa parte. I poveri, infatti non dovrebbero avere colore politico.
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