La Festa dell'Assunta vale per tutti, gli sposati e i vergini, perché scoprono che la vita è vocazione e per questo è bella
Chissà come mai, ma proprio oggi avviene l’incontro in Alaska tra Putin e Trump. Giovanni Paolo II diceva che quando i potenti di questo mondo si incontrano, la Chiesa prega.
Il 15 di agosto, giorno dell’Assunta, cioè giorno in cui facciamo memoria dell’assunzione al cielo di Maria Vergine in corpo e anima, alla mattina presto si svolge nella mia terra di origine uno dei tanti pellegrinaggi verso i Santuari Mariani, il Santuario di Sulo. Mi ha sempre colpito la vicinanza di questi due eventi: la dipartita, se così si può dire, della Madonna, e il Suo restare assieme agli uomini, il Suo accompagnare la vita degli uomini in questa “valle di lacrime”, come preghiamo nella Salve Regina.
A pensarci bene, se accogliamo nella fede che Maria è la Madre di Dio, Madre di Dio fatto uomo, Madre di Gesù, allora è anche estremamente ragionevole, semplicemente adeguato al nostro cuore che la Madre “segua” il destino del Figlio. E infatti, è proprio Gesù a dire ai Suoi nel momento della Sua dipartita da loro, nel momento della Sua ascensione al cielo, che non li abbandonerà, che sarà con loro fino alla fine.
La dipartita, il partire, è sempre un distacco, “partire è un po’ morire” recita un saggio detto popolare. Il distacco (inevitabile?) fa parte della vita dell’uomo: una festa non può durare infinitamente, altrimenti scadrebbe in una tragedia tristissima (quanti sabati sera, cominciati con una “febbre” di vita ed emozioni, finiscono in tragedie, anche mortali, solo perché non si ha il coraggio di mettere la parola fine, di distaccarsi).
Occorre rischiare di mettere la parola fine; mettere su famiglia, studiare, lavorare sono fatti che in modo sempre più frequente impongono delle dipartite, dei distacchi (dai genitori, dai figli, dagli amici e colleghi, dai luoghi d’infanzia); e la morte ci allontana in modo perentorio, senza fare sconti. Appunto “partire è un po’ morire”.
È con Cristo (e con la Madonna a ruota) che il distacco diviene “utile” (“è meglio per voi che Io me ne vada”, dice Gesù poco tempo prima di morire, ai Suoi amici dai quali si distaccherà letteralmente), cioè strumento (“utility”) per una compagnia (la comunione) e per un’unità (“rimanente in Me, così porterete frutto”) che nulla potrà rompere.
Gesù, e con Lui Maria, ci ha mostrato in cosa consista il distacco: è l’offerta della propria vita fino in fondo, fino alla fine, fino “al” fine, fino alla felicità. È il sacrificio, fare, rendere sacro questo distacco che permette di fare l’esperienza della compagnia di Gesù e Maria alla nostra vita quotidiana.
E la Madonna ha avuto il “permesso” da Dio di mostrarsi vicina, compagna di cammino un’infinità di volte proprio ai semplici, ai bambini, ai meno considerati da questo mondo che non sa che farsene della compagnia di Dio, e per questo vive nel terrore del distacco. Quanta paura a restare soli, quando si rifiuta la compagnia di Dio. Quanta sofferenza, quanta angoscia, quanto male procuriamo e ci procuriamo, per recalcitrare ad accogliere con semplicità e cordialità la compagnia di Dio.
I semplici, i bambini di cuore, i “piccoli” di evangelica memoria, non hanno paura del distacco, perché sono certi della compagnia che li costituisce, e che non li lascerà; per loro il sacrificio è un “gioco” come aveva mostrato il bellissimo film di Benigni La vita è bella. O come dice Péguy dei santi bambini innocenti che giocano eternamente al cerchietto.
Così la Madonna nel giorno dell’assunzione vede compiersi la propria vocazione, quella di essere Madre di Dio restando Vergine: “Vergine Madre figlia del Tuo Figlio”. Nell’assunzione al cielo di Maria vediamo la bontà, la fecondità del sacrificio della verginità: Maria inizia già a generare il Suo Figlio nel cuore dei fedeli, in Lei da subito inizia quello che l’apostolo Paolo scoprirà con la ribelle comunità a Corinto: “Vivo la consegna della mia vita, vivo la mia vocazione fino in fondo, affinché per la fede sia generato in voi dal vivo, al presente, Gesù, compagnia di Dio all’uomo”.
Con l’assunzione al cielo di Maria fanno festa tutti: gli sposati e i vergini, perché scoprono in questa festa che la vita è vocazione e per questo è bella.
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