Omelia e Angelus di Papa Leone XIV oggi ad Albano Laziale e Castel Gandolfo: la pace, il "fuoco dell'amore" e l'educazione di Gesù contro le omologazioni
LA PACE DI PAPA LEONE XIV E LA FIAMMA DI AMORE CRISTIANO: IL NUOVO APPELLO DA ALBANO E CASTEL GANDOLFO
Il mondo “guarda” all’Alaska, a Washington, anche a Mosca, Kiev e Gaza City, ma è sempre più difficile scorgere una reale possibilità di pace: chi non desiste dal richiamo continuo alla testimonianza di speranza è Papa Leone XIV che anche nella giornata di visita ad Albano Laziale fa sentire la voce mite del Vangelo di Cristo davanti agli orrori del mondo. Prima con la Santa Messa presso il Santuario di Santa Maria della Rotonda, poi con l’Angelus dalla piazza di Castel Gandolfo, infine con il pranzo tra i poveri della Caritas sempre nella Diocesi di Albano: la vicinanza del Santo Padre alla quotidianità comune è un richiamo continuo ad allargare lo sguardo non solo «su noi stressi».
Durante l’omelia della celebrazione eucaristica Papa Leone XIV si è soffermato sul passaggio del Vangelo in cui il Cristo parla della venuta nel mondo per gettare «fuoco sulla terra», spiegando però bene come non si tratti affatto del fuoco di armi, o dell’odio. Il Pontefice sottolinea come non occorra nel mondo di oggi neanche il fuoco delle «parole che inceneriscono» gli altri: serve una fiammella diversa, un “bruciare” diametralmente opposto alle dinamiche usuali nel mondo, «serve un fuoco dell’amore che serve e si abbassa, contrasta la prepotenza con la mitezza e la cura».

Un fuoco “della bontà” che va oltre gli armamenti e rinnova la comunità umana dominata da guerre e schiavitù: il Papa ravvisa che un atteggiamento come questo amore cristiano può spesso costare mancata comprensione nell’altro, addirittura scherno se non proprio persecuzione. Eppure, conclude nell’omelia Leone XIV appellandosi alla Chiesa affinché porti il fuoco della carità, è proprio seguendo la testimonianza di Gesù che è venuto nel mondo per «bruciare i pregiudizi e le paure» che è possibile sperimentare la vera pace.
Da qui l’ulteriore appello lanciato dopo la recita dell’Angelus da Castel Gandolfo, con lo sguardo orientato verso gli ultimi accadimenti internazionali tra negoziati e attacchi: «preghiamo perché vadano a buon fine gli sforzi per far terminare le guerre». Papa Prevost chiede alla cristianità di pregare affinché le trattative in corso – dall’Ucraina a Gaza passando per gli altri temibili teatri di guerra – mettano al primo posto il vero bene comune delle singole popolazioni civili.
“NON OMOLOGHIAMOCI AL MONDO, TESTIMONIAMO CRISTO!”: LA FEDELTÀ ALLA CARITÀ CRISTIANA
Prima di incontrare i poveri assistiti dalla Diocesi di Albano assieme ai vari operatori della Caritas locale, Papa Leone XIV ha recitato l’Angelus del Signore da Castel Gandolfo invitando non solo i presenti ma tutti i collegati in diretta streaming mondiale di non abbandonarsi mai alle “banalità del mondo”, a quelle omologazioni che non migliorano affatto l’animo e la coscienza umana.

Mettendo in guardia dall’azione del diavolo che tende ad ostacolare l’agire dei “buoni” creando attorno al bene opposizioni, soprusi e prepotenze, Papa Prevost invita a non arrendersi all’omologazione alla mentalità di menzogna e violenza: «testimoniate Cristo, testimoniate la sua verità», spiega il Pontefice sottolineando come la risposta alla prepotenza non deve mai essere la vendetta, ma la fedeltà alla carità. I martiri lo testimoniando dall’alba dei tempi, offrendo la propria vita e il proprio sangue per non tradire quella fede mite eppure potentissima.
È possibile però imitare martiri e santi, senza per forza la violenza e la vita “sacrificata”: e qui il paragone scelto è toccante, con Papa Leone XIV che cita l’educazione cristiana che una famiglia vuole trasmettere ai propri figli nella società di oggi: ecco che prima o poi un genitore qualche “No” deve pure porlo, costando magari sofferenza, «Lo stesso vale per un insegnante che desideri formare correttamente i suoi alunni, o un politico, che si proponga di svolgere onestamente la loro missione».
Le problematiche non mancano, e gli ostacoli pure, ma occorre non uniformarsi alla mentalità dominante, testimoniando e accogliendo la libertà (e la pace) cristiana: questo l’invito di Papa Leone XIV nel promuovere l’educazione e la “mitezza” del Nazareno che gratuitamente si offre e libera il mondo.
