Covid, studio rivela che causa problemi cardiaci nelle donne: fa invecchiare vasi sanguigni di 5 anni, quindi cresce il rischio di infarto e ictus
Uno studio scientifico mostra come l’infezione da Covid possa accelerare l’invecchiamento vascolare di circa 5 anni, in particolare nelle donne, incrementando i rischi di infarto e ictus in età avanzata. I ricercatori hanno misurato la rigidità dei vasi sanguigni a 6 e 12 mesi dall’infezione, riscontrando che nei pazienti che erano stati contagiati, anche se in forma lieve, i vasi risultavano più rigidi rispetto a chi non si era infettato.
Ma è stato riscontrato anche un effetto più marcato nelle donne, in maniera più evidente in quelle che hanno riscontrato sintomi persistenti e una forma di long Covid. Più grave era l’infezione, peggiore era il danno.

COSA HANNO SCOPERTO I RICERCATORI
La scoperta non è trascurabile, visto che un aumento della rigidità è fortemente correlato alle malattie cardiovascolari – come ictus e infarto – di circa il 3% per una donna di 60 anni. Le fasce che risultano più a rischio sono le donne, in particolare quelle ricoverate in terapia intensiva per Covid, e più in generale persone che hanno avuto sintomi persistenti dopo l’infezione.
Per quanto riguarda i vaccinati e non, questi ultimi risultano avere in media arterie più rigide rispetto all’altra categoria. I ricercatori si sono interrogati anche sulle cause di questo fenomeno, scoprendo che il virus Sars-CoV-2 interagisce con recettori presenti sui vasi sanguigni (ACE2), causando danni diretti, quindi l’infiammazione e la risposta immunitaria del corpo (più intensa nelle donne) possono contribuire a questo fenomeno.
LO STUDIO PROSEGUE
Ma lo studio non è concluso: seguirà i quasi 2.400 partecipanti (in 16 paesi), negli anni per capire se questo aumento della rigidità porterà davvero a più infarti e ictus. Ma questi risultati, pubblicati sull’European Heart Journal, sono importanti già ora, perché anche se la fase acuta della pandemia è diminuita, resta il problema delle conseguenze a lungo termine, quindi potrebbe essere utile identificare precocemente chi rischia di sviluppare problemi cardiovascolari.
