Isis voleva uccidere Papa Francesco a Trieste nel 2024? Il piano per l'attentato è stato smentito dalla Questura dopo le rivelazioni de Il Piccolo
Il ritrovamento di una pistola in un trolley lasciato a Trieste nel 2024 è diventato un caso, perché Il Piccolo riferisce oggi di un attentato fallito a Papa Francesco, mentre la Questura esclude che vi fosse un piano terroristico con il pontefice nel mirino.
Partiamo dalla “fine”, dal comunicato con cui la Questura ha precisato che le indagini che sono state condotte non hanno rivelato alcun progetto ostile, se non addirittura omicidiario, ai danni di Bergoglio. In merito al turco 46enne che è stato arrestato, e ora si trova in carcere, pare che faccia parte di una rete criminale che però non ha correlazioni con il terrorismo.
Durante l’indagine era emersa l’ipotesi di un possibile attentato a Papa Francesco, ma non sono state poi trovate prove a sostegno di essa. Il comunicato, a tal proposito, chiarisce che le indagini a carico del turco sono nella fase preliminare, comunque è accusato di possesso e detenzione di un’arma.
LA NOTIZIA DELL’ATTENTATO FALLITO
Nella sua edizione odierna, il giornale aveva rivelato che un’organizzazione terroristica legata all’Isis stava preparando un attentato per colpire Papa Francesco l’anno scorso a Trieste, indicando nella scoperta di una pistola, il giorno prima della visita di Bergoglio per la chiusura della Settimana sociale dei cattolici italiani, il “motore” dell’inchiesta.
Le indagini hanno portato all’arresto in Olanda da parte dell’Interpol di uno dei sospettati, un turco di 46 anni, che ora è detenuto nel carcere di Trieste.
L’arma era stata nascosta in un trolley trovato per puro caso nel bar della stazione ferroviaria. Venne data la notizia del ritrovamento della pistola, ma poi non si è saputo nulla di quella vicenda.

Il quotidiano, che ha visionato le carte dell’inchiesta, aveva riferito che forse l’attentato era pronto, perché oltre alla pistola automatica c’era anche un caricatore con 14 cartucce pronte. Dietro l’attacco poteva esserci l’Isis turco, in particolare il gruppo Isis K.
Dopo la notizia diffusa dal Piccolo è intervenuto il legale del 46enne turco arrestato, spiegando di essere subentrata recentemente a due colleghi e di aver chiesto una copia degli atti per poterli esaminare, precisando di non aver ricevuto finora alcun atto e che le indagini sono in corso.
Dopo aver incontrato due volte il suo cliente, è previsto un altro incontro, ma con l’ausilio di un interprete, visto che ci sono state delle difficoltà nell’interlocuzione in inglese, ma senza entrare nel merito della vicenda che già all’epoca fece il giro del mondo. Nessun riferimento, però, al presunto piano, circostanza poi smentita nelle ultime ore dalla Questura di Trieste.
IL RITROVAMENTO DELLA PISTOLA NEL TROLLEY
Ci sono immagini delle telecamere di videosorveglianza che hanno ripreso il turco mentre entra nel bar della stazione, lasciando il trolley prima di andare via. Altre due persone sono state riprese mentre si avvicinano al bagaglio, prima di allontanarsi. Ma il trolley fu notato da una barista che poi lo segnalò alla Polfer. Quando il turco è tornato nel bar, la polizia era già all’interno.
Quel che non è chiaro è se la pistola fosse già all’interno o sia stata inserita dagli altri due individui sopraggiunti dopo. Nel frattempo, il turco 46enne, che non aveva alcun legame con l’Italia e alcun motivo, neppure professionale, per recarvisi, si diede alla fuga, arrivando in Svizzera dopo una tappa a Milano.
Su questa vicenda si attivarono anche i servizi segreti, oltre alla Digos. Il turco è stato arrestato in Olanda, poi estradato in Italia e ora è indagato per detenzione e porto d’arma in luogo pubblico, ma l’inchiesta prosegue, essendo nella fase preliminare.
