A un Giorno in Pretura il caso del femminicidio di Speranza Ponti, la donna uccisa dal compagno Massimiliano Farci, recentemente condannato all'ergastolo
Il processo per il femminicidio di Speranza Ponti, la donna uccisa nel 2019 ad Alghero dal compagno Massimiliano Farci, sarà al centro della nuova puntata di Un Giorno in Pretura, la trasmissione che racconterà gli ultimi risvolti giudiziari del caso, concluso con la condanna all’ergastolo dell’uomo, già colpevole di un altro omicidio, che all’epoca dei fatti era in semilibertà. A partire dalla sentenza, ripercorrendo a ritroso le indagini, la storia della 45enne inizia proprio dalla scomparsa avvenuta il 5 dicembre.
Dopo la denuncia, i Carabinieri si attivano subito con le ricerche, durate quasi un mese prima del ritrovamento del corpo, che era stato gettato in un cespuglio in una zona residenziale della città. La scoperta fu fatta proprio a partire dalla confessione di Farci, che dopo un lunghissimo interrogatorio ammise di aver trasportato il cadavere della compagna in collina, dichiarando però di averla trovata morta impiccata con un lenzuolo in casa e poi abbandonata nelle campagne circostanti perchè quella era la sua volontà.

Femminicidio Speranza Ponti, condannato il compagno che l’ha uccisa e gettata in un cepuglio
Durante le indagini per il femminicidio di Speranza Ponti, i Carabinieri si sono concentrati da subito sul ruolo centrale del compagno Farci, che si è sempre dichiarato innocente sostenendo la tesi del suicidio. Una ipotesi che però ha retto per poco tempo, viste le prove che poi sono state raccolte a dimostrazione della sua colpevolezza. Principalmente il sospetto era aumentato a causa di una precedente condanna dell’uomo, sempre per omicidio, per il quale si trovava già in regime di semilibertà potendo tornare a casa dal carcere solo la sera.
Furono poi trovati messaggi sul telefono che incriminarono definitivamente il 55enne, che a quanto pare si era ingelosito del fatto che la compagna avesse ripreso i contatti con l’ex marito. Altra causa scatenante della furia omicida, come confermato al processo, fu quella del movente economico. La donna infatti, aveva aumentato recentemente il proprio patrimonio a causa di una vendita immobiliare e la coppia era già in crisi per numerosi mancati pagamenti dello stipendio, dovuto da Farci per il lavoro che Speranza Ponti svolgeva nella sua attività
