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Home » Esteri » Parlamento Francia sfiducia Premier Bayrou: Governo è caduto/ Cosa farà Macron: nuova maggioranza o Elezioni?

  • Esteri
  • Politica

Parlamento Francia sfiducia Premier Bayrou: Governo è caduto/ Cosa farà Macron: nuova maggioranza o Elezioni?

Niccolò Magnani
Pubblicato 8 Settembre 2025
Bayrou sfiduciato in Francia

Premier Francois Bayrou sfiducia dal Parlamento in Francia (ANSA-EPA 2025)

Cade (ancora) il Governo in Francia: Bayrou sfiduciato dal Parlamento, Macron verso la nomina di un nuovo Premier. Le opposizioni chiedono le Elezioni

CRISI DI GOVERNO IN FRANCIA: IL PARLAMENTO (COME PREVISTO) SFIDUCIA BAYROU, LA PALLA PASSA ALL’ELISEO

Dopo Elisabeth Borne, Gabriel Attal e Michel Barnier, ora anche il Governo di Francois Bayrou viene sfiduciato aprendo la quarta crisi politica in Francia durante il secondo mandato di Emmanuel Macron all’Eliseo: con ben 364 deputati contrari e solo 194 a favore (la maggioranza richiesta era di 280 parlamentari), l’Assemblea Nazionale si è espressa confermando in toto le previsioni della vigilia e lo stesso “viatico” che il Primo Ministro e leader MoDem si era già delineato negli scorsi giorni.


Certificazione dei media: cos'è e come funziona la proposta di Macron/ "Un pericolo per la libertà di stampa"


Le ricette sulla Manovra “strong”, la crisi del debito e la costante instabilità politica nata dopo le Elezioni Legislative della scorsa estate 2024 – che già erano costate il posto all’ex Premier Barnier – hanno condotto 9 mesi di lenta “agonia” per il Governo Bayrou voluto fortemente da Macron e ora ufficialmente concluso: il Parlamento ha deciso, l’esecutivo centrista è caduto e domani mattina sarà lo stesso Premier a presentare ufficiali dimissioni all’Eliseo.


IL NO DELLA BCE AL PRESTITO ALL'UCRAINA/ Una scelta che va oltre la difesa dell'euro


Cade il Governo in Francia
Parlamento Francia sfiducia il Premier Bayrou (ANSA-EPA 2025)

Nuove urne, ipotesi esclusa fino ad oggi dal Presidente della Repubblica, o un nuovo Governo “di unità nazionale” le ipotesi maggiori, con la possibilità di un terzo scenario legato ad una maggioranza più politicamente orientata verso uno dei due blocchi opposti ad oggi in Parlamento (il “terzo” blocco è rappresentato dalle anime centriste e riformiste presenti nei partiti Ensemble, Repubblicani e Socialisti (comunque divisi fortemente al loro interno). In serata Macron ha fatto sapere che nei prossimi giorni «nominerò un nuovo Primo Ministro», escludendo di fatto l’ipotesi delle urne, almeno a stretto giro.


POST-IT/ Il Generale e i Banchieri in guerra (fra loro, sulla fine della guerra)


Macron predilige storicamente l’area più verso il Centrosinistra e per questo già da giorni sono all’opera i “pontieri” interni all’Assemblea Nazionale per provare a convincere il Partito Socialista francese di unirsi alle liste di Macron, con magari l’aggiunta di parte della destra repubblicana, anche se quest’ultimi ritengono con la caduta di Bayrou che sia giunta l’ora di ritornare alle urne come richiesto dalla Destra di Marine Le Pen e la Sinistra di Jean Luc Melenchon. «Bayrou è caduto. Vittoria e sollievo popolare», ora se ne vada Macron», è il commento lapidario del leader comunista di LFI.

COSA PUÒ SUCCEDERE ORA IN FRANCIA: TUTTI GLI SCENARI DI MACRON E I POSSIBILI SUCCESSORI DI BAYROU

Giunto al punto più “basso” della carriera politica, il “macronismo” mai come ore è sotto pressione da opinione pubblica e partiti che ritengono l’ennesima caduta di un Governo messo in piedi dal Presidente per “allontanare” il potere da Le Pen e Melenchon sia il segno di un definitivo fallimento di Macron. Le dimissioni da Capo dell’Eliseo non sono prese in considerazione, o almeno fino ad oggi, dal leader centrista, che intende portare a termine il mandato fino alla primavera del 2027: la crisi economica e le insicurezze dei mercati sulla Francia sono già in allarme che un’ulteriore crisi politica rischierebbe di avere un effetto deflagrante.

Bayrou sfiduciato in Francia
Premier Bayrou sfiduciato dal Parlamento in Francia (ANSA-EPA 2025)

A tale difesa di Macron si aggiunge però la considerazione degli oppositori politici che invece parlano di un sistema di potere mantenuto ostinatamente per anni senza l’appoggio popolare e con governi tecnici non in grado di trascinare il Paese fuori dalle acque della crisi sociale e globale. Con un Parlamento sostanzialmente spaccato, non da oggi, in tre grandi tronconi – la destra filo Le Pen, il centro in area Macron, la sinistra composita tra le due ali estreme (Melenchon) e riformiste (i socialisti Faure e Glucksmann) – la caduta del Governo Bayrou rende tutt’altro che semplice ipotizzare la formazione di una nuova maggioranza che possa garantire e rappresentare maggiormente le istanze di questi tre blocchi.

Macron ha fatto intendere nei giorni scorsi che occorre puntare sui socialisti per condurre un nuovo esecutivo di Centrosinistra, ma non è da escludere anche l’ipotesi opposta di coinvolgere l’attuale Ministro dell’Interno Darmanin per un Governo invece “apprezzato” da Bardella e Le Pen.

Cazeneuve o Faure in area socialista, Valls, lo stesso Darmanin o Eric Ciotti in area Centrodestra (e con i nomi tecnici di Trichet o Lagarde sullo sfondo), con le “ali estreme” che chiedono invece il ritorno alle Elezioni Legislative per poter lasciare scegliere ai cittadini, meglio di quanto avvenuto un anno fa quando si è ricreata un’Assemblea Nazionale spaccata sostanzialmente in tre tronconi uniformi nei numeri ma diversissimi nelle proposte. A differenza però di Melenchon che punta alle urne senza se e senza ma, per Marine Le Pen una “porta aperta” a giudicare il prossimo Primo Ministro viene lasciata, «non sfiduceremo a priori il prossimo Governo», ha spiegato prima di entrare oggi in Assemblea Nazionale.

Marine Le Pen, Francia
Marine Le Pen durante l voto di sfiducia al Governo Bayrou (ANSA-EPA 2025)

«Potete fare cadere il Governo ma non potete cancellare la realtà»: il discorso “fatalista” di un rassegnato Bayrou non ha scaldato il parlamento, nonostante le accuse a non considerare le enormi problematiche francesi sul debito pubblico, non certo di responsabilità unica di un Governo in carica neanche da 9 mesi. La Manovra da 44 miliardi di euro con misure drastiche per ridurre il debito resta lì dirimente anche per il prossimo inquilino di Palazzo Matignon, a meno che dall’Eliseo (o dagli altri partiti) non emergano scenari e proposte radicalmente opposte.

Tags: Emmanuel MacronMarine Le Pen

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