Arrestato Flavius Savu, accusato del ricatto all'ex rettore del Santuario della Bozzola: la sua versione (poco convincente) del delitto di Garlasco
A due passi dalla riapertura delle nuove indagini sul delitto di Garlasco che vedono – come sarà ormai ben noto – indagato Andrea Sempio, la procura di Milano è riuscita a concludere l’arresto del romeno 44enne Flavius Savu da anni latitante in seguito a una condanna per fatti scollegati all’omicidio di Chiara Poggi e che da diversi mesi a questa parte è tornato alla ribalta della cronaca dopo aver avanzato (ci torneremo tra un attimo) una serie di ipotesi sul delitto di Garlasco ritenute – per ora – solamente suggestive e poco solide.
Partendo dalla figura di Flavius Savu è utile ricordare che il caso giudiziario che lo riguarda risale al 2014 quando fu denunciato da don Gregorio Vitali e don Pietro Rossoni e arrestato in flagranza assieme al complice Florin Tanasie: la loro colpa era quella di aver estorto migliaia di euro al rettore e al vice retore (appunto, don Vitali e don Rossoni) del Santuario della Bozzola – a due passi da Garlasco – affinché non diffondessero dei sedicenti video e audio a sfondo erotico che li ritraevano.
Sia Savu che Tanasie erano stati processati e condannati in via definitiva per l’estorsione a 5 anni di reclusione, ma visto che non era stata richiesta la misura cautelare il carcere durante il processo, avevano lasciato l’Italia risultando – dunque – latitanti: il fascicolo a loro carico era stato riaperto solamente poche settimane fa e in queste ore Savu è stato individuato a Zurigo e arrestato e nelle prossime ore sarà estradato verso l’Italia.
Flavius Savu, Condannato per aver ricattato don Vitali, ex rettore della Bozzola
Insomma, i fatti relativi a Savu sono del tutto scollegati all’omicidio di Garlasco, ma a creare un collegamento era stato lo stesso latitante lo scorso maggio nel corso di una puntata della trasmissione Chi l’ha visto: il romeno, infatti, in un brevissimo intervento aveva raccontato che Chiara Poggi era venuta a conoscenza di (è bene precisarlo: presunti) festini a luci rosse che da tempo si svolgevano all’interno del Santuario della Bozzola, parlando anche di abusi ai danni che minori che la studentessa intendeva denunciare.
Non solo, perché a dar adito a questa versione sul delitto di Chiara Poggi ci aveva pensato – pur con alcune contraddizione – anche il nipote dello stesso Flavius Savu in un memoriale consegnato ai suoi legali e redatto in carcere (in cui si trova per un altro omicidio): la versione dei presunti abusi scoperti dalla vittima di Garlasco era piaciuta anche all’avvocato di Andrea Sempio – il dottor Massimo Lovati – che più volte ha parlato di un killer ingaggiato affinché il segreto non venisse rilevato.

Ulteriore adito a questa versione è arrivato anche dalla famosa cartella – che per ora non trova grandi spiegazioni – “Pedofilia” trovata sul computer di Chiara Poggi: dal conto suo il legale di Savu ha già confermato l’estradizione del suo assistito nelle prossime ore e ha confermato che si renderà disponibile a rilasciare dichiarazioni sul delitto di Garlasco; fermo restando che – per ora – la Procura ritiene solamente suggestivo e privo di fondamento il suo racconto.
