Sulla prossima riforma pensioni ha parlato il segretario Biondo della Uil, specificando le criticità sui giovani di oggi.
L’attuale riforma pensioni prima o poi rischia un collasso totale. Secondo Santo Biondo, nonché segretario confederale del sindacato Uil, al momento potrebbe definirsi come una “bomba sociale“.
Le misure temporanee non servono più a nulla, e se il Governo volesse realmente prendere in mano le redini della previdenza, dovrebbe pensare a delle soluzioni strutturali e soprattutto concrete.
L’illusione della riforma pensioni odierna
La riforma pensioni che è da sempre esistita, non ha mai risolto alcuna criticità. Anzi, dalle parole del segretario Biondo è possibile intuire come le opzioni fino ad oggi adottate sia state soltanto delle “pezze tappa buchi”.
Dunque cancellare la Fornero o ampliare misure come la Quota 41, potrebbero avere un impatto al di sotto delle aspettative. Il vero problema è il rapporto tra il totale che verrà percepito come previdenza sociale e il costo della vita.

Per Santo Biondo l’attuale sistema metterà in ginocchio le vite dei giovani d’oggi, che si ritroveranno con una pensione da fame ed enormi difficoltà sul sostentarsi da vivere.
Oggi il gap tra il futuro cedolino e l’ultimo salario è al 68%, ma entro metà secolo si ridurrà drasticamente al 50% (mentre tra soli 10 anni al 58%).
Le soluzioni previste da Biondo
Gli interventi che Biondo crede di dover effettuare sono tanti e variegati. Il primo tra tutti potrebbe rappresentare l’importanza di scelta, mettere nelle condizioni che un lavoratore possa decidere se uscire a 63 anni oppure 70 anni senza esser influenzato dal cedolino finale.
Per i giovani occorre individuare delle soluzioni anti precariato, con la garanzia di prevedere fondo complementare indipendentemente dalle loro “volontà”, così da avere un piano d’emergenza in caso di discontinuità lavorativa.
Sulle misure attuali il segretario della Uil crede fermamente nel dover aggiungere valore a misure quali Opzione Donna e Ape Social, oggi sempre più “penalizzanti”.
Infine allungare l’età pensionabile – complice l’incentivo Maroni – non farebbe altro che ostacolare l’ingresso nel mondo del lavoro dei giovani, dato che l’occupazione aumenta ma nella maggior parte dei casi per gli over 50.
