Turismo, accordo di Intesa Sanpaolo conConfindustria Alberghi, Federterme e Federturismo per innovare imprese. Istat segnala record II trimestre 2025
UN ACCORDO PER SOSTENERE LE IMPRESE TURISTICHE
Un accordo da 10 miliardi per rafforzare il turismo e renderlo un’industria nazionale trainante: a stringerlo Intesa Sanpaolo con Confindustria Alberghi, Federterme e Federturismo Confindustria. L’obiettivo di questa intesa è fornire alle imprese turistiche le risorse per migliorare la qualità dell’offerta ricettiva, aumentare la competitività, consentire un rafforzamento anche con operazioni straordinarie, come fusioni, acquisizioni e aggregazioni, ma anche per farle crescere sui mercati internazionali.
A svelarne dettagli e retroscena è il Sole 24 Ore, ricordando che questa intesa rientra nel piano siglato il 14 gennaio scorso, che prevede un plafond di 200 miliardi di credito fino al 2028 per sostenere le aziende italiane a livello di trasformazione e innovazione. Ulteriore sostegno per quanto riguarda Intesa Sanpaolo, visto che dal 2020 al primo semestre 2025 ha già finanziato il turismo con oltre 12 miliardi.

Comunque, le aree di investimento indicate nell’accordo sono quattro: sostenibilità (transizione green, qualità più alta, destagionalizzazione, staff house per i lavoratori stagionali), digitale (efficienza dei processi e sicurezza informatica), formazione (percorsi universitari e manageriali, programmi per i giovani da inserire nel settore) e crescita dimensionale (superare il modello familiare di molti hotel, puntare a reti più solide, anche internazionali). Le risorse da un lato servono a migliorare la qualità dell’offerta ricettiva e la cybersicurezza, dall’altro vuole spingere progetti formativi per creare i nuovi manager del futuro.
IL TURISMO DEL FUTURO
Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo, ha evidenziato l’importanza di dare strumenti e incentivi, oltre che misure di protezione dai rischi d’impresa: “La collaborazione tra Intesa Sanpaolo e il sistema associativo del settore sarà decisiva per la sostenibilità futura del turismo in Italia“.
Elisabetta Fabri, presidente di Confindustria Alberghi, ha messo in luce come l’accordo fornisca soluzioni su misura per rendere le imprese più competitive, invece, Marina Lalli, a capo di Federturismo, ha posto l’accento su visione strategica, destagionalizzazione e formazione del personale, oggi carente.
“Dobbiamo continuare a lavorare sulla destagionalizzazione, in modo che il turismo si rafforzi come industria trainante 12 mesi l’anno e puntare sulla formazione del personale che oggi è deficitaria“, ha dichiarato, sottolineando l’importanza di restare al passo e al tempo stesso essere proiettati nel futuro. A tal riguardo, si punta a percorsi universitari per futuri manager, lavorando con gli atenei.
Infine, Massimo Caputi, numero uno di Federterme, ha rivendicato il ruolo strategico del settore termale, valorizzato anche dall’iniziativa Italcares, e chiesto rapidità nell’attivazione dei fondi per cogliere le occasioni del Pnrr.
TURISMO RECORD NEL II TRIMESTRE 2025: I DATI ISTAT
A confermare la necessità di ulteriori risorse per sostenere le imprese i dati Istat sul secondo trimestre dell’anno: mostrano una crescita rispetto allo stesso periodo del 2024, confermando la scia positiva dell’anno record precedente. Gli arrivi negli esercizi ricettivi sono aumentati dell’1,1%, mentre le presenze hanno registrato un incremento più marcato del 4,7%. L’analisi mensile rivela andamenti differenziati, con un forte rimbalzo a giugno (+3,9% e +9,7%), mese che da solo ha concentrato quasi la metà delle presenze del trimestre.
Per quanto riguarda la domanda interna, è cresciuta del 3%, ma quella estera ha fatto ancora meglio (+5,9%), raggiungendo il 60,5% delle presenze complessive. Le strutture alberghiere hanno registrato un incremento del 4,3%, mentre l’extralberghiero si è distinto con performance superiori (+6,1% arrivi, +5,4% presenze).
A livello territoriale i risultati sono variegati: le grandi città d’arte crescono complessivamente dell’1%, con forti aumenti a Milano, Firenze e Bologna (tutte oltre l’8%), ma si registra un calo netto a Venezia (-6,1%). Ottima la performance delle località montane (+12%), invece il mare resta stabile (+0,7%) con differenze regionali: bene Riviera romagnola e coste adriatiche di Veneto e Friuli-Venezia Giulia, in flessione le località toscane e abruzzesi, molto positivi i dati pugliesi, con Bari a +20% e Vieste a +10%.
