Stato di Palestina, cosa significa il riconoscimento e cosa cambia dopo il triplice annuncio di Regno Unito, Australia e Canada di oggi
Dopo il triplice annuncio di Canada, Australia e Regno Unito, in molti si chiedono cosa significhi riconoscere lo Stato di Palestina e quali conseguenze possa avere non solo questa mossa, ma in generale la decisione. In primo luogo, non si tratta del riconoscimento di Hamas, che anzi è ritenuto un gruppo terroristico da combattere, come ha precisato lo stesso primo ministro britannico Keir Starmer.
La domanda sorge spontanea anche perché la Palestina è uno Stato che esiste e al tempo stesso non esiste: pur godendo di un certo grado di riconoscimento internazionale, non ha confini concordati a livello globale; anzi, in virtù dell’occupazione militare di Israele, l’Autorità Nazionale Palestinese non ha il pieno controllo del suo territorio né del suo popolo, mentre a Gaza è in corso un conflitto devastante.

Si può parlare di un quasi-Stato, il cui riconoscimento è essenzialmente simbolico in questo momento: è una forte dichiarazione morale e politica, ma cambia poco sul campo.
RICONOSCIMENTO PALESTINA, COSA VUOL DIRE
Dunque, si tratta di una presa di posizione rilevante, soprattutto in una fase delicata e critica come quella attuale a Gaza e in Cisgiordania. Nel breve termine non cambia nulla per i palestinesi; a lungo termine, invece, è una posizione diplomatica che può avere valore, perché potrebbe mettere la Palestina in una condizione migliore se e quando le parti torneranno a discutere del conflitto.
Attualmente circa il 75% dei Paesi membri delle Nazioni Unite riconosce lo Stato di Palestina, che ha lo status di osservatore permanente all’Onu: può quindi prendere parte alle sessioni, ma senza avere diritto di voto.
Con l’ingresso del Regno Unito, salgono a tre i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu che riconoscono la Palestina, poiché Cina e Russia già lo facevano. Ciò lascia gli Usa — il più forte alleato di Israele — in minoranza.
RICONOSCIMENTO PALESTINA AVVICINA O ALLONTANA LA PACE?
Il riconoscimento dello Stato di Palestina è considerato, da chi lo ha compiuto, parte di un processo di pace, idealmente in collaborazione con altri alleati occidentali; tuttavia, stando alla reazione di Israele, questa prospettiva potrebbe allontanarsi. L’idea alla base è evidentemente quella di forzare la mano a diversi governi.
Le novità pratiche riguardano i rifugiati: il riconoscimento della Palestina come Stato implicherebbe che, se venissero rilasciati passaporti palestinesi, questi sarebbero successivamente riconosciuti dal Regno Unito come documenti ufficiali. D’altra parte, lo status non avrebbe alcun impatto sul sistema di accoglienza dei rifugiati nelle nazioni che hanno annunciato il riconoscimento.
Secondo quanto riportato dal Guardian, il riconoscimento permetterebbe al Regno Unito di stipulare trattati con la Palestina e significherebbe che il capo della missione palestinese diventerebbe un ambasciatore pienamente riconosciuto. Alcuni sostengono inoltre che spetterebbe al Regno Unito un maggiore onere di boicottare i beni importati da Israele e provenienti dai territori occupati.
