Assegnato oggi il premio Nobel Chimica 2025: lo studio di Susumu Kitagawa, Richard Robson e Omar Yaghi sui Metal organic frameworks
Sono stati annunciati nella giornata di oggi – con la premiazione vera e propria che si terrà solamente il prossimo 10 dicembre – i vincitori del premio Nobel Chimica 2025, che sono i ricercatori Susumu Kitagawa, Richard Robson e Omar Yaghi che hanno messo a punto un studio rivoluzionario sui cosiddetti “Metal organic frameworks”: ieri – lo ricordiamo – si è tenuto l’annuncio dei vincitori del Nobel per la Fisica e prima ancora, lo scorso lunedì, era toccato ai vincitori del Nobel per la Medicina; mentre domani e dopodomani scopriremo quelli per la Letteratura e la Pace.
Venendo a noi, per capire meglio lo studio che ha portato al Nobel Chimica 2025 è bene partire dal concesso di “Metal organic frameworks“: in parole povere – per non scendere in tecnicismi – si tratta di materiali cristallini che al loro interno vantano una porosità estremamente alta, ottenuta grazie alla modifica delle particelle chimiche che li compongono; utili soprattutto per immagazzinare (proprio grazie alla loro porosità) gas e altri elementi semi-solidi.
Lo studio di Kitagawa, Robson e Yaghi sui MOF: perché hanno vinto il premio Nobel Chimica 2025?
Il primo a condurre studi sui MOF (l’anagramma dei Metal organic frameworks) fu proprio il dottor Richard Robson nei laboratori dell’università di Melbourne: negli anni ’90, infatti, il ricercatore riuscì per la prima volta a combinare degli ioni di rame positivi a una molecola con quattro bracci attratti dagli stessi ioni, ottenendo così una struttura cristallina del tutto simile a un diamante, al cui interno – però – presentava delle vere e proprie, ampie, cavità.

La molecola del ricercatore statunitense, però, era estremamente instabile e pressoché inutilizzabile e si dovettero attendere i contributi dei colleghi Susumu Kitagawa e Omar Yaghi tra Kyoto e la California: il primo, infatti, ipotizzò con una serie di studi che i MOF potevano diventare facilmente flessibili, incanalando così i gas; mentre il secondo riuscì a stabilizzare la struttura del collega statunitense.
La ragione per cui i tre ricercatori hanno vinto il Nobel Chimica 2025 – oltre che, come sempre ricordiamo, per gli importati sviluppi accademici del loro lavoro – è legata al fatto che i loro MOF sono stati impiegati in questi anni per “catturare” dall’ambiente alcune particelle; mentre si ipotizza che potrebbero essere utilizzati anche per raccogliere acqua dall’aria del deserto e per incanalare l’anidride carbonica dispersa nell’ambiente.
