Gli interventi per le imprese che si prefigurano nella manovra sono positivi, ma restano delle criticità
La Legge di Bilancio 2026 presenta alcuni interventi a sostegno del sistema produttivo italiano che meritano una valutazione.
Federmacchine accoglie con favore il mantenimento della Zes Unica e della Nuova Sabatini, due strumenti che possono sostenere l’attività di sviluppo della piccola e media industria, come anche della grande manifattura.
Accanto a questi interventi positivi, si devono tuttavia rilevare alcune criticità, che potrebbero costituire un limite all’azione complessiva della manovra e una remora allo sviluppo del sistema industriale.
La restrizione dell’iperammortamento alle sole imprese in utile può rappresentare una limitazione significativa in un contesto che risente del rallentamento economico e della compressione dei margini, soprattutto per le Pmi.

Va poi considerato che il credito d’imposta, nelle versioni precedenti, si era rivelato meno vincolante e più incisivo sui conti delle imprese, con il vantaggio di poter interessare un numero più ampio di aziende, anche in periodi di difficoltà.
Un altro punto critico è l’assenza di riferimenti espliciti a misure per la ricerca e lo sviluppo, la digitalizzazione e la sostenibilità, ambiti imprescindibili per il rafforzamento del potenziale competitivo del comparto manifatturiero, sui quali il nostro Paese non può permettersi esitazioni, pena la perdita di posizioni nel contesto europeo.
Non si riscontrano, inoltre, provvedimenti specifici per le imprese energivore, che pure, nell’ambito del Piano Transizione 5.0, erano rimaste complessivamente svantaggiate. È essenziale preservare la capacità produttiva la competitività internazionale dei comparti che si trovano ad affrontare costi energetici non indifferenti.
Restiamo in attesa di chiarimenti sulle modalità di accesso alle misure previste, nella speranza che il nuovo quadro normativo stabilisca procedure più semplici e lineari rispetto a quelle attualmente in vigore. Servono tempestivi segnali di chiarezza, in modo da consentire alle imprese di pianificare programmi di investimento con più certezza.
L’Italia dispone di un apparato industriale solido, con notevole propensione all’innovazione e apertura verso i mercati internazionali. Per mantenere questa posizione competitiva, è necessario che la politica proponga al settore norme stabili, coerenti e orientate a uno sviluppo di lungo periodo.
Federmacchine sarà sempre la voce di un settore che crede nell’industria, nella forza innovatrice e nel lavoro come basi del progresso dell’economia nazionale.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
