La giravolta di Soumahoro sui migranti: ora vanno aiutati a casa loro. "Il diritto di restare è una soluzione concreta", così certifica il flop del Pd
Aboubakar Soumahoro spiazza tutti e sposa la linea del governo sui migranti: una sorta di conversione, quella del deputato del gruppo Misto (eletto con Avs), perché ha mostrato un approccio molto simile a quello del centrodestra che è al governo. Nella giornata di dibattiti sulla migrazione, organizzata giovedì a Montecitorio, ha coinvolto il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, il sottosegretario Federico Freni (entrambi leghisti) e Fabrizio Saggio, consigliere diplomatico della presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
E se questo non basta a rendere l’idea del clamoroso cambio di rotta, aggiungiamo che ha pure avanzato due opzioni: restare nei Paesi d’origine o restarci. Di fatto, il governo si ritrova un alleato a sorpresa: Soumahoro, che ora ha deciso di lavorare insieme per far restare i migranti in Africa.

L’ex sindacalista nel convegno ha parlato di investimenti in Africa per creare opportunità economiche nei Paesi di origine dei migranti, così da ridurre le cause dell’emigrazione.
LA “BOMBA” POLITICA DI SOUMAHORO SULLA SINISTRA
In un video pubblicato sui social, Soumahoro ha spiegato che emigrare non è una scelta libera, ma spesso una necessità causata dalla mancanza di opportunità; ma investendo in Africa si può creare sviluppo e ridurre la migrazione disperata. Non si tratta di fare beneficenza, per il deputato, bensì di puntare su una strategia economica utile sia all’Italia sia all’Africa.
Il deputato ha citato alcuni dati: tra il 2011 e il 2023 oltre mezzo milione di italiani sono andati all’estero non potendo restare in Italia; ebbene, ciò non è diverso da quanto accade in Africa.
«So cosa vuol dire non avere la possibilità di scegliere, e per questo ho promosso un forum su immigrazione e investimenti» – ha proseguito il deputato – «secondo cui investire vuol dire creare opportunità, e ciò vale anche in questo ambito. Quando dai a qualcuno la possibilità di costruire dove è nato, smetti di creare migranti disperati».
Roberto Arditti, sulle colonne de Il Tempo, ha definito questa svolta una “bomba politica”, perché implica l’ammissione che l’immigrazione non può essere affrontata accogliendo tutti, e perché introduce un concetto finora assente nel dibattito progressista: «Qualcosa si è rotto nella retorica della sinistra». Se a sinistra bisogna fare autocritica, a destra – conclude Arditti – bisogna accelerare.
