Sulla manovra 2026 si torna a parlare di tasse e incentivi edilizi su cui lavorare (e da migliorare).
La manovra 2026 si sta concentrando parecchio sulla questione delle tasse dell’iper ammortamento (inerente alla sostenibilità delle aziende e alla transizione digitale). Tuttavia il giudizio complessivo di questo Decreto è che potrebbe trattarsi di un Bilancio non incline alla crescita.
Dopo la richiesta alle banche di contribuire significativamente, ora il focus resta sull’estendere la detassazione dei rinnovi contrattuali e abbassare quelle imposizioni fiscali come l’IRAP e al tempo stesso potenziare le agevolazioni sugli interventi edilizi.
Manovra 2026 e tasse: le ipotesi

Nella prossima Manovra prevista per il 2026 si parlerà di tasse ma anche di un nuovo Piano Industriale. Confindustria ha proposto di finanziare almeno 8 miliardi di euro per i prossimi 3 anni, puntando però alla competitività, a nuovi investimenti e dare un contesto più attrattivo.
Il problema non è tanto – come sostengono le associazioni degli imprenditori – sugli interventi promessi, ma di più sulla durata limitata. Ad esempio gli investimenti sia 4.0 che 5.0 sono previsti soltanto per l’anno successivo, mentre con un emendamento attuativo servirebbe un’estensione maggiore.
Riguardo alla ZES Unica per il Mezzogiorno l’associazione è fiera di quanto ottenuto anche previa sua richiesta, dato che non solo è stata prolungata ma in questo modo anche le aziende possono investire in un periodo più lungo. “Male” invece per i contratti di sviluppo, ancora eccessivamente “inadeguati”.
Come pagano le tasse i dipendenti?
Sul tema della tassazione destinata ai lavoratori dipendenti c’è una criticità importante. La promessa di abbassare le imposte cela in realtà una lacuna, una eventuale disparità fiscale tra i futuri beneficiari, a cui i benefit toccano in base alla “fortuna” del periodo relativo al rinnovo.
Infine, nonostante i premi basati sul risultato siano importanti, allo stesso tempo rischiano di disincentivare i welfare aziendali, che si collocano da sempre in modo positivo.
Aspettiamo per ultimo la detassazione della 2° fascia IRPEF, allo scopo di aumentare i netti in busta paga e dare un motivo in più a lavoratori ed imprese, a continuare a produrre nel nostro Bel Paese senza alimentare la “fuga di cervelli”.
