George Galloway a Tucker Carlson si autoproclama in "esilio" per le sue posizioni sull'Ucraina: dalle critiche all'Europa e al declino dell'Occidente
Autoproclamatosi in esilio dopo essere stato fermato dalla polizia britannica nel settembre scorso, dopo un viaggio in Russia, George Galloway ritiene di essere stato vittima dell’abuso delle leggi antiterrorismo e che queste siano state usate per punirlo per le sue posizioni politiche, in particolare sulla guerra in Ucraina.
L’incendiario populista è tornato a parlare, denunciando ai microfoni di Tucker Carlson anche come la libertà di parola stia sparendo in Gran Bretagna e il declino dell’Occidente, proiettato ormai verso l’autodistruzione culturale e politica.
Partendo dal caso personale, Galloway ha raccontato di essere stato «detenuto ma non arrestato» all’aeroporto di Gatwick per ore insieme alla moglie dalla polizia antiterrorismo, che gli avrebbe sequestrato tutti i suoi dispositivi: laptop, telefono, documenti parlamentari, corrispondenza privata. Anche la moglie è stata interrogata, con domande riguardanti perfino la scelta dello smalto con i colori della Palestina.

La loro ipotesi è che volessero punirlo per il suo dissenso politico, con conseguenze però anche fisiche, perché Galloway sostiene che questa vicenda gli abbia causato problemi cardiaci, oltre che un trauma personale. Infatti, ha dichiarato di non voler tornare nel Regno Unito finché non riceverà garanzie che non succederà di nuovo.
«Sono un uomo che non ha mai perso un giorno di lavoro per malattia in tutta la sua vita. E ora ho un problema cardiaco, un’aritmia, che il cardiologo, un ottimo medico, mi dice essere di recente comparsa. Quindi non occorre essere Sherlock Holmes per capire che questi poliziotti mi hanno davvero spezzato il cuore».
GEORGE GALLOWAY CONTRO LA SINISTRA GUERRAFONDAIA
Lo scrittore e politico ha anche denunciato la «criminalizzazione delle opinioni» sotto il governo di Keir Starmer, accusandolo di soffocare media indipendenti, intimidire social network, finanziare media allineati. E tutto ciò sta accadendo anche perché la sinistra e i socialdemocratici europei hanno abbandonato la difesa della libertà di espressione.
Per quanto riguarda la sua posizione sulla guerra in Ucraina, George Galloway ha ribadito le sue critiche al governo britannico per una linea «guerrafondaia» che rifiuta la discussione democratica. L’ex laburista, partito da cui fu espulso dopo un duro litigio con Tony Blair sulla guerra in Iraq, è convinto che i governi europei non ammetteranno di aver commesso un errore, avendo speso tanto per sostenere l’Ucraina, ma ha anche spiegato perché l’Europa «vuole» un conflitto che perderebbe di sicuro.
«La verità è che il presidente degli Stati Uniti, di destra e leggermente squilibrato, sta facendo tutto il possibile per fermare una guerra in Europa. E gli europei, socialdemocratici e cristiano-democratici, sono determinati a impedirgli di fermare la guerra, per continuare la guerra. Sono cresciuto in un’epoca in cui si protestava per le guerre degli Stati Uniti. Ora gli Stati Uniti stanno cercando di fermare la guerra in Europa, e le persone che un tempo avrebbero manifestato con me, al mio fianco, sono quelle che chiedono che la guerra continui. E stiamo inviando miliardi incalcolabili, innumerevoli e non rintracciabili al piccolo truffatore di Kiev».
Non sono mancate da parte di George Galloway critiche alla sinistra occidentale, che si è trasformata in una forza interventista, identitaria e ostile al dissenso. Ora la sinistra è militarista, mentre la destra è pacifista; infatti, lui si percepisce come un outsider all’interno della sinistra tradizionale e ha ammesso che il suo ex partito lo considera un eretico.
LA CRISI MORALE DELL’OCCIDENTE
Ma George Galloway ne ha in generale per tutta la cultura occidentale, che definisce malata per il suo declino: a tal riguardo ha citato l’aumento degli aborti, la promozione del suicidio assistito, la crisi demografica, la disgregazione della famiglia e l’immigrazione incontrollata. Tutte tessere di un puzzle che mostrano il «vuoto spirituale» dell’Occidente e la perdita di fede delle élite liberali.
Per Galloway è in corso anche una criminalizzazione della fede, dicendosi convinto che nel Regno Unito la fede venga ridicolizzata e perfino perseguita.
«In Gran Bretagna abbiamo avuto persone arrestate per aver recitato il rosario fuori dalle cliniche abortive. Le persone come me che credono in Dio sono considerate dei mostri dall’establishment liberale, dall’ortodossia liberale prevalente».
Ormai solo i social sono il luogo dove ritiene di poter essere ascoltato, peraltro da un pubblico composto soprattutto da minoranze religiose. A tal riguardo, George Galloway critica la destra identitaria che riduce tutto alla razza, sostenendo che le minoranze etniche siano la componente più socialmente conservatrice e moralmente stabile in Gran Bretagna.
LA CRISI DELLA POLITICA BRITANNICA
In merito alla situazione politica britannica e alle prospettive future, George Galloway prevede la caduta imminente del governo Starmer: «Potrebbe non esserci più entro Natale. Sicuramente non ci sarà più entro maggio, quando il disastro, la valanga, la sconfitta del Labour alle elezioni sarà certa».

E individua in Wes Streeting il probabile successore, ma ritiene che il Parlamento britannico sarà frammentato, anche per via della crescita di Reform UK di Nigel Farage, Verdi e partiti locali e nazionalisti. «Il problema è che, in questo momento esistenziale, non c’è nessun Churchill in questo quadro. Lui verrà destituito e sostituito con un altro clone di Tony Blair».
LA GRAZIA SALVIFICA DELLE MINORANZE
George Galloway non ha nascosto il suo scetticismo su Farage: «È attualmente sulla buona strada per ottenere la maggioranza assoluta nel prossimo Parlamento, ma mi dispiace dirvi che probabilmente lui vi piace più di quanto piaccia a me. E ho lavorato duramente con lui nella campagna per la Brexit. Quindi lo conosco da vicino e personalmente. Neanche lui è la risposta. Ha una visione politica superficiale che dipende interamente dalla questione razziale. E la questione razziale in Gran Bretagna non può mai davvero andare da nessuna parte».
Infatti, per Galloway la sinistra bianca anglosassone è la base dell’ideologia liberal-progressista che lui contesta, mentre vede nelle comunità nere e musulmane una «grazia salvifica» per la politica britannica, perché mantengono valori familiari e spirituali.
«Se si rimpatriassero tutte le persone di colore in Gran Bretagna, beh, prima di tutto, la squadra di calcio inglese verrebbe eliminata al primo turno dei Mondiali di calcio negli Stati Uniti il prossimo anno. Ma l’economia crollerebbe, il servizio sanitario crollerebbe. Praticamente le uniche persone in Gran Bretagna su cui si può contare, su queste questioni morali, sono le popolazioni di colore e altre minoranze etniche».
A tal riguardo, ha citato l’esempio dei musulmani: «Le uniche persone di cui si può dire con certezza che saranno a favore della famiglia, a favore del matrimonio, contro l’aborto e contro il suicidio di Stato, sono proprio quelle comunità».
