Il caso della famiglia nel bosco e gli altri minori tolti alle famiglie in Italia, secondo le stime potrebbero essere più di 8000 l'anno
Bambini tolti ai genitori, la vicenda della famiglia nel bosco ha riacceso l’interesse dell’opinione pubblica su questo tipo di casi, che secondo le stime potrebbero essere migliaia, anche se i numeri esatti non si conoscono visto che non viene fatto un censimento dei minori allontanati dal 2019. La Garante per l’infanzia e l’adolescenza Marina Terragni, intervistata da Libero, ha parlato di una situazione allarmante, soprattutto perchè non è possibile accedere agli atti registrati, ma se il quadro dovesse essere simile a quello di 6 anni fa, quando venne pubblicato l’ultimo rapporto, si parla di circa 8mila bimbi l’anno, prelevati dall’ambiente familiare e trasferiti in case famiglia.
Una procedura che rappresenta un vero trauma per i più piccoli, che all’improvviso perdono tutto quello che conoscevano fino a quel momento come realtà quotidiana e si ritrovano in una struttura che potrebbe anche non funzionare bene. Il potere di intervento da parte dell’autorità che tutela i diritti sono militati, come sottolinea Terragni, aggiungendo: “Ricevo segnalazioni quotidiane ma purtroppo gli accertamenti non vengono mai disposti, non è possibile intervenire se non con una ispezione autorizzata dal Ministero della Giustizia“.

Altri due casi di bambini allontanati dai genitori ad Arezzo e Trieste
Mentre il Tribunale sta ancora decidendo in merito alla famiglia nel bosco, continuando a trattenere i bambini in una struttura, spuntano nuovi casi di minori tolti genitori, gli ultimi due ad Arezzo e Trieste, dove si sono verificate vicende simili nelle quali sono intervenuti i servizi sociali per l’allontanamento, nel primo caso, molto simile a quello di Palmoli, la famiglia viveva in un casale isolato in campagna e i due figli non risultavano andare a scuola nè in regola con le vaccinazioni, nel secondo invece una bimba è stata affidata ad una struttura perchè la madre non è stata giudicata idonea ad accudirla. Al di là dei presunti reati, che verranno accertati dai giudici, molti ora si chiedono se queste procedure non vengano messe in atto con troppa facilità, senza considerare l’aspetto traumatico che può comportare nei soggetti che la subiscono.
La Garante Marina Terragni spiega infatti che: “Il prelevamento dovrebbe costituire una misura eccezionale e temporanea applicabile solo quando l’incolumità del minore sia a rischio comprovato“. Ma troppo spesso i bambini finiscono per pagare le conseguenze di separazioni conflittuali, senza avere la possibilità di essere ascoltati.
Il caso del bambino malato di tumore tolto alla madre, l’appello del Garante Terragni: “Nordio disponga indagini”
Dei casi di minori allontanati dalle famiglie, spesso con troppa facilità per motivazioni che vengono accertate solo dopo aver portato i minori in strutture esterne, ne ha parlato anche il quotidiano La Verità, che ha interpellato la Garante Terragni non solo sulla vicenda della famiglia nel bosco ma anche su quella di un altro bimbo, il cui fascicolo è ora finito in mano all’autorità. Si tratta di un figlio di genitori separati, messo prima in una casa famiglia e poi affidato in via esclusiva al padre, al quale è stato poi diagnosticato un tumore al cervello . Al di là della responsabilità su eventuali ritardi e sulle motivazioni che avevano fatto scattare il provvedimento, in questa particolare situazione, il Tribunale sta impedendo alla madre di poter rivedere il ragazzino malato.
Una situazione per la quale è stato richiesto al Ministro Nordio, di predisporre un accertamento, per verificare non solo la posizione del papà, che potrebbe essere accusato di grave negligenza, ma anche la possibilità che il minore possa tornare a rivedere la mamma, specialmente in un momento così delicato.
