Per resistere all'usura del tempo, le opere sociali devono sapersi rinnovare, come insegna il caso della Fondazione Famiglia Materna
Le opere sociali per resistere all’usura del tempo devono aver una vera capacità di rispondere ai bisogni delle gente. Ma non basta: devono sapersi rinnovare, perché altrimenti diventano carrozzoni assistenziali. La Fondazione Famiglia Materna di Rovereto ha queste due caratteristiche perché la sua forza non sono le attività, ma la vivacità umana e professionale degli uomini e delle donne che vi lavorano.
Tutto è iniziato da un incontro a Rovereto, in Trentino. Una giovane madre, sola e segnata dal giudizio della società, ha incrociato lo sguardo di Maria Lenner, una benefattrice che ha scelto di non voltarsi dall’altra parte. Era il 1919, e molte donne, le cosiddette “pericolanti”, vivevano la stessa condizione di emarginazione, costrette alla solitudine solo perché madri senza un matrimonio alle spalle.
Negli anni del primo Dopoguerra, questa realtà era molto diffusa e drammatica: madri e bambini privati di sostegno, senza una casa, né prospettive per il futuro. Maria Lenner decise di agire. Sostenuta da un frate francescano, Emilio Chiocchetti, e con quello che oggi si potrebbe definire il primo crowdfunding della storia trentina, mobilitò una rete di persone che credettero nella sua missione e diede vita a un’opera di accoglienza e riscatto. Laddove mancava una famiglia “tradizionale”, si disse, che fosse almeno promossa una “Famiglia Materna”, un luogo in cui ogni donna, insieme al proprio bambino, potesse trovare protezione, dignità e la possibilità di un nuovo inizio.
Da quell’origine, dove l’accoglienza si è fatta anche missione, è nata una storia di umanità e impegno, fatta di volti, incontri e relazioni. Una storia popolata da moltissime persone che, con dedizione e professionalità, hanno costruito nel tempo una realtà capace di rispondere ai bisogni emergenti della comunità.
Oggi, Famiglia Materna è una Fondazione del Terzo Settore che continua a essere un punto di riferimento per chi vive situazioni di fragilità o bisogno. Le sue attività si articolano in diverse aree, ognuna sviluppata grazie all’esperienza, alla competenza e all’impegno di operatori professionisti e volontari.
Area educativa: comprende centri per bambini da 0 a 3 anni, originariamente pensati per aiutare le madri lavoratrici a bilanciare la cura dei figli con la ricerca di occupazione, oggi sono spazi aperti alla cittadinanza per offrire un servizio conciliativo vita lavoro ed educazione con modalità e orari più flessibili rispetto ai servizi tradizionali.
Area lavoro: nata per offrire alle ospiti gli strumenti per il reinserimento sociale e lavorativo, indispensabili per costruire un nuovo progetto di vita. Percorsi individualizzati, con vari gradi di protezione, che tengono sicuramente conto delle difficoltà, ma anche e soprattutto delle risorse e dei desideri delle persone accolte, che oggi non sono più solo madri sole: ragazzi a rischio di ritiro sociale, persone vicine all’età pensionabile espulse dal mercato del lavoro, persone di recente immigrazione…
Area istruzione: con la scuola paritaria “La Vela”, la cui proposta didattica si propone di accompagnare ogni alunno a vivere da protagonista il proprio percorso, mettendo in gioco ragione e affettività, sia nella primaria che nella secondaria di primo grado. Utilizza modalità attive e laboratoriali, che favoriscono l’apprendimento attraverso l’esperienza e lo sviluppo di competenze disciplinari e trasversali. Grande attenzione è data alle diverse forme di intelligenza e soft skills, perché ciascun bambino e ragazzo possa scoprire e far crescere tutto il proprio potenziale a partire da “un’aula grande come il mondo“, cioè in uno stretto legame e paragone con tutta la realtà circostante, fatta di relazioni, cose e ambienti.
Accanto a questi, in maniera trasversale, la Fondazione ha sviluppato una serie di servizi specializzati nella prevenzione della violenza di genere e nel sostegno a chi ne è vittima, ed è uno dei nodi della rete antiviolenza della provincia di Trento. Anche in questo caso, l’approccio è quello di guardare al problema in modo globale.
Da un lato, grazie a un’équipe multidisciplinare dedicata e formata in modo specifico, offre servizi di sostegno per donne che si trovino a ricostruire il proprio progetto di vita dopo una relazione violenta. Dall’altro, grazie a professionisti esperti, è ente gestore del Centro per uomini autori di violenza di Trento, progetto innovativo che offre percorsi strutturati di trattamento rivolti a uomini che abbiano commesso (o che temano di farlo) violenza fisica, psicologica o economica sulla propria partner o ex partner.
La Fondazione ha quindi cercato di evolvere e adattare il proprio lavoro, cercando di comprendere e dare risposta alle urgenze sociali: il problema della violenza di genere, le fragilità e le spinte al ritiro sociale delle generazioni più recenti, le sfide poste dall’invecchiamento della popolazione lavorativa e le varie forme di fragilità personali, psicologiche, povertà materiali e sociali, ognuna diversa dall’altra. Il desiderio è dunque quello di poter proporre sempre più servizi inclusivi, nella diversità e nella pluralità delle forme concrete di sostegno alle persone che incontriamo valorizzando il contributo dei saperi e delle conoscenze appresi sul campo.
La Fondazione Famiglia Materna investe con determinazione nella costruzione di un modello di intervento fondato sull’innovazione sociale e sulla produzione di conoscenza condivisa, in grado di ispirare politiche e pratiche virtuose. Il suo obiettivo è essere riconosciuta come un hub e un think tank di saperi aggiornati, maturati dall’esperienza sul campo, capace di guidare strategie e soluzioni innovative per affrontare le sfide sociali contemporanee, con la volontà e la responsabilità di affermarsi come punto di riferimento autorevole e affidabile nel settore.
Ogni anno, i servizi residenziali della Fondazione accolgono più di 150 persone. A queste si aggiungono gli incontri che avvengono nell’ambito di tutte le altre forme di accompagnamento lavorativo, conciliativo e sociale, nonché gli alunni e le famiglie della scuola La Vela. Una Famiglia grande, in continua espansione, formata da professioniste e professionisti, volontari e volontarie, collaboratori e collaboratrici che si muovono con l’obiettivo di aiutare a scrivere un finale diverso per le tante storie che si intrecciano con la sua.
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