Cristo non abbandona i suoi. E ancora una volta si fa incontrare da loro nel momento di una pesca poco proficua

Avessero chiesto al Cristo, quand’era in vita, quale fosse per lui il migliore sito d’incontri – tra Tik-Tok, Tinder, Only Fans, altre cianfrusaglie – non avrebbe avuto dubbi nella risposta: “Il mondo la pensi pure come vuole: per me il miglior sito d’incontri rimane la battigia del mare”. Come, quand’ero bambino, il migliore tra i siti per incontrarsi era la piazzetta del paese.



Da Risorto, cambia pelle ma il vizio rimane: ritorna nel luogo del delitto, sulla battigia del mare, faccia a faccia con la delusione. Sapeva bene che loro, i vecchi amori della prima stagione, più in là del solito mare non si sarebbero spinti: infatti «”Io vado a pescare” – disse Simon Pietro – Gli dissero: “Veniamo anche noi con te”». Un po’ per smaltire la grassa delusione della Croce, un po’ per ripararsi dagli sfottò della gentaglia, un po’ perché, dopo la botta, serve tempo perché l’ematoma si asciughi. Ma anche quella notte, campanello d’allarme, «non presero nulla».



È la trama di una storia ancora tatuata sulla pelle: anche la prima volta, quando il Maestro li sequestrò con la potenza del suo sguardo, le reti erano vuote. Troppo facile, forse anche disonesto, approfittare di qualcuno, quando ha un vuoto che lo divora, per tirarlo a sé, condurlo ai propri fini. Cristo, in amore, ha stile: per prima cosa fa sì che le reti si riempiano di pesci – non scordate mai che per un pescatore non pescare resta il fallimento più grande – solo dopo proporrà l’avventura: «Portate un po’ del pesce che avete preso or ora».

Alla sua sequela non ci potrà mai esser vera gioia senza una vera libertà a disposizione: mai e poi mai Cristo ne approfitterà della fragilità di qualcuno, di qualche suo vuoto, per adescarlo ai suoi fini. Prima lo rimetterà in piedi e poi, interpellandogli la libertà, lo interpellerà nel profondo.



Aggiustare è un termine che piace a pochi: troppo laborioso, troppo lento, tropo alto il rischio di farsi rider dietro sentendosi accusare d’ingenua imbecillità, o di non sapere come funziona il mondo. Meglio, per il mondo, un “tutto nuovo”, possibilmente da scartare in fretta. Cristo, alla fretta del mondo, risponde con la sua arte di aggiustare: «”Venite a mangiare” (…) Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce».

In quell’attimo s’accorsero che quell’Uomo ancora così letale di sguardo era il medesimo sul quale avevano scaricato tutta l’amarezza nei giorni precedenti. Li guardò, con il pesce arrostito tra le mani e la bocca, è fece scorrere tra i loro sguardi il messaggio della rivincita: “Ci sono già troppe persone, amici, che pretendono di cambiarvi la vita in un battibaleno. In realtà basterebbe cercare soltanto chi, con molta semplicità, la vita è capace di aggiustarvela”.

Li aggiustò col profumo del pesce arrosto, accarezzando quella loro memoria ferita, ricomponendo i pezzi che, miracolo d’amore, non si erano mai perduti: «La prima regola di una riparazione intelligente è di conservare tutti i pezzi» (A. Leopold). Loro erano a pezzi, ma nessuno dei pezzi avevan ancora gettato via. Lui, il Cristo aggiustatore, andò a colpo sicuro: era certo di trovarli lì. Tra un mucchio di reti vuote che nessuno aveva più voglia di gettare in mare.

Quando toccò a Simon Pietro – «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?» – parve chiaro che nulla era andato perduto di tutto ciò che loro due si erano promessi in vita. Per tre volte, Simone tradì l’amico quando il mondo lo mise al muro in questura: con tre domande da merlettaia, Cristo ripara le ferite di una storia che non poteva finire tra gli sghignazzi, i “Ve l’avevo detto!”. Fu per questo che tornò, con parole e sguardi, a riabbracciare il suo pescatore: finì che lo abbracciò così forte che pareva volesse romperlo. Invece stava aggiustando il suo Papa: tre strappi, tre domande, tre ricuciture.

Di più: «Quando eri giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi» (cfr Gv 21,1-19). Tradotto: se, stavolta, ti lascerai amare da me, farai cose che non immagini. In amore i contrasti non si aggiustano con i filtri come nelle foto: la riparazione resta un lavoro artigianale.

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