Per costruire serve un soggetto

Al Meeting di Rimini sono arrivati messaggi importanti, come quelli di Mario Draghi e di Sergio Mattarella

Politici e rappresentanti delle istituzioni italiane hanno aperto il Meeting di Rimini di quest’anno, che ha come titolo “Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi”.

Il discorso di Mario Draghi, ex presidente del Consiglio, ha descritto con precisione la situazione globale attuale e il posto che l’Unione europea occupa al suo interno. Mentre Putin blocca per l’ennesima volta ogni progresso verso il cessate il fuoco e Netanyahu rifiuta di accettare qualsiasi soluzione diversa dall’impossibile sconfitta assoluta di Hamas, Draghi ha duramente criticato coloro che confondono la pace con la resa: chi sostiene che l’Ucraina debba arrendersi non accetterebbe mai la stessa sorte per il proprio Paese.



In questo stato attuale del mondo, ha spiegato Draghi, l’Unione europea gioca un ruolo sempre più insignificante, gli Stati nazionali sono in crisi, la multipolarità è stata sostituita dalla forza bruta e la Cina si è schierata con la Russia.

L’ex presidente del Consiglio ha aggiunto che questa situazione ha portato a un aumento dello scetticismo nei confronti dell’Europa. Non è scetticismo perché c’è troppa Europa, ma perché c’è n’è poca. La soluzione non è indebolire il progetto di costruzione europea con sogni sovranisti slegati dalla realtà. I ​​nuovi mattoni non possono essere i vecchi nazionalismi.



L’Unione europea è rimasta indietro. È stata in grado di affrontare le sfide della fine del XX secolo e di rispondere alle emergenze del Covid, ha mantenuto l’unità di fronte alla sfida di Putin, ma non sta costruendo un presente e un futuro solidi. Mancano riforme politiche ed economiche: vanno tolte le barriere interne tra i diversi Paesi, bisogna investire in tecnologia e migliorare la politica commerciale. Queste sono le “ricette Draghi” già contenute nel suo Rapporto sul futuro della competitività europea. Non c’è nulla di più assurdo in queste circostanze che rifiutare un’ulteriore integrazione in nome di un passato glorioso.



Lo scetticismo di cui ha parlato l’ex presidente del Consiglio non si riferisce solo a questioni istituzionali. È lo scetticismo su un futuro migliore, è la paura di fronte alla mancanza di alloggi a prezzi accessibili. È anche, e soprattutto, la paura delle nuove generazioni per la mancanza di certezza di un futuro positivo.

Il messaggio di Mattarella al Meeting ha dato profondità antropologica alla diagnosi di Draghi. Il presidente della Repubblica ha invitato a superare la paura e con realismo ha sottolineato che le conquiste (libertà, pace, democrazia, ecc.) tramandateci dalle generazioni precedenti non possono essere date per scontate.

Suggerendo la necessità di riconquistare ciò che la tradizione ci ha donato, Mattarella ha evidenziato il problema del soggetto che tutti danno per scontato. La nostra democrazia e la pace di cui godiamo si fondano non solo su un insieme di valori, ma su un soggetto che le ha rese possibili. I nuovi mattoni con cui costruire sono soggetti che hanno la consistenza di non lasciarsi paralizzare dalla paura. Soggetti che, come afferma Mattarella, ampliano gli spazi di dialogo e rendono la persona e la comunità protagonisti della storia.

Il soggetto non può essere un presupposto, non può basarsi su progetti di difesa di certi valori, non può essere costruito in forme sociali che isolano dal mondo, non può alimentarsi di impressioni e bei momenti che svaniscono senza lasciare traccia. La forza del soggetto risiede nella sua autocoscienza, nella capacità di costruire questa consapevolezza, di imparare dall’impatto dei suoi desideri con la realtà.

Papa Leone, durante il Giubileo dei Giovani, ha sottolineato il contributo che i cattolici possono dare dinanzi a questa sfida. Il soggetto si costruisce quando siamo disposti a confrontarci con le grandi domande che non hanno risposte semplicistiche e immediate, quando la sete, l’inquietudine, il senso di incompiutezza, il desiderio di significato e di futuro non sono considerati una patologia, ma un segno di vita.

Il cristianesimo, se è un avvenimento e non un ricordo devoto, piuttosto che un progetto, potenzia queste grandi domande perché ne conosce le radici. Se non è fedele alla sua natura, il cristianesimo può offrire solo vecchi mattoni, sogni di egemonia, mura difensive.

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