Giuseppe Gulotta, 22 anni trascorsi in carcere da innocente per l’omicidio di due carabinieri che non aveva mai commesso, ha parlato ai microfoni dell’agenzia di stampa Adnkronos a ridosso del referendum sulla giustizia, in programma domenica 12 giugno 2022: “Bisogna andare a votare e votare sì anche con la speranza che casi come il mio non accadano più”, ha dichiarato.
La sua vicenda è da brividi: arrestato nel 1976, quando era appena 18enne, Giuseppe Gulotta uscì dal carcere dopo 2 anni e 3 mesi per poi, dopo 12 anni, tornare dietro le sbarre, dopo la condanna definitiva, dal 1990 al 2010. Nel 2012 i giudici, nel processo di revisione, lo assolsero per non aver commesso il fatto: “Ho già partecipato a un incontro con il Partito radicale a Roma perché condivido la loro battaglia a cui si è aggiunta anche la Lega – ha detto l’uomo –. Spero che tutti vadano a votare, anche se, purtroppo, nelle tv c’è un silenzio totale sui referendum, a parte qualche piccola informazione che danno fra uno spazio e l’altro. I talk show non se ne occupano, forse qualcosa in più la sta facendo Mediaset”.
GIUSEPPE GULOTTA: “SPERO CHE CON IL SÌ SI ARRIVI ALLA PARITÀ FRA ACCUSA E DIFESA”
Nel prosieguo della sua intervista su Adnkronos, Giuseppe Gulotta ha inteso sottolineare di non essere un esperto, di capire poco di riforma del Csm, ma “bisogna andare a votare sì in particolare per il quesito sulla separazione delle carriere, che ritengo sia quello più importante. Un pm che va a braccetto con il giudice è una cosa abnorme. Quando ero sotto processo, il pm, a fine udienza, quasi quasi andava in camera di consiglio con la Corte e la giuria popolare. Ecco, io spero che con il sì si arrivi alla parità fra accusa e difesa, e spero che il pm cominci a valutare anche le prove a favore del reo. Il giudice deve giudicare in piena libertà, deve essere terzo, super partes”.
E, ancora: “Non so se la vittoria dei sì, con il superamento del quorum, renderà più difficile che si verifichino casi come quelli di cui sono stato vittima io, Giuseppe Gulotta. So però che di errori giudiziari ce ne sono tanti. Ogni giorno 3 innocenti finiscono in carcere, mille all’anno. Quando mi invitano per raccontare la mia storia lo faccio per fare in modo che casi come il mio non succedano più. Purtroppo, però, la realtà è molto diversa da ciò che speravo”.