Sognano una vita migliore ma la loro si infrange contro il mare. Sono i bambini del Mediterraneo centrale, che da Libia e Tunisia partono alla volta dell’Italia, a volte in compagnia dei genitori, altre volte soli. Ogni settimana, undici piccoli muoiono in acqua. Secondo i dati di Unicef, sono 289 i bambini migranti morti solo da gennaio ad oggi in mare: a volte i loro corpicini giungono a riva e vengono raccolti dalle spiagge, altre volte invece restano a largo, a galleggiare chissà dove. Al largo di Sfax, tra martedì e mercoledì, è toccato ai pescatori raccogliere i loro corpi: sulla barca che si è ribaltata, c’erano quarantasei persone e solo in quindici si sono salvate. Tra i superstiti, nessuno dei sette bambini. Due bimbi sono stati recuperati in mare, ormai cadaveri.
Repubblica ha visionato un video nel quale un pescatore avvista uno dei corpi: dal mare viene su un bimbo, ormai senza vita. Così, anche l’altra bimba di appena un paio d’anni. Di altri cinque invece non si è trovata traccia. Non si conosce neppure il loro nome e non si sa se ci siano genitori o parenti che possano piangere la loro scomparsa. C’è anche però chi i propri figli li aveva su quella maledetta barca, come Jamie Sahid Mansarè, ricoverato all’ospedale Civico di Palermo, che continua a ripetere: “Trovate mio figlio, per favore. Siamo caduti in acqua, sono riuscito a soccorrere i due più grandi, lui l’ho perso di vista. Vi prego, mi basta anche solo salutarlo”.
Il dramma dei bambini migranti
Nell’ultima tragedia di migranti, al largo di Sfax, Wadija ha perso i suoi bambini. Era riuscita a salvare Mariam e Blessing, a strapparle alle onde che le avevano portato via un’altra bimba e il fratello. Appena la motovedetta della Garde Nationale è arrivata, respiravano ancora ma sono morte poco dopo sul ponte: l’acqua ha invaso i loro polmoni e nessuno è riuscito ad aiutarle, salvandole. A bordo, infatti, non c’è assistenza medica. Ad una mamma, invece, il suo bambino è stato strappato dalle braccia, ormai senza vita: “Quelli della Garde Nationale mi hanno detto che era morto, ma io non lo so, non ricordo, era tutto confuso”, racconta a Repubblica.
Una bambina in una tutina rosa è stata trovata senza vita al largo di Sfax. L’ha trovata la Garde National. La piccola, aveva meno di tre anni. “Bisogna fare di più per creare percorsi sicuri e legali per l’accesso dei bambini al diritto d’asilo, rafforzando al contempo le azioni per salvare vite in mare” chiede il direttore generale dell’Unicef, Catherine Russell. “Operando a Lampedusa, purtroppo di storie come queste ne vediamo a decine. È necessaria e urgente una missione europea di soccorso in mare e la risoluzione approvata a Bruxelles va nella giusta direzione. Adesso dalle parole si passi ai fatti” sottolinea Giovanna Di Benedetto di Save the Children.