La statistica è agghiacciante: sono 336 i minori scomparsi in Italia negli ultimi 6 mesi, per una media di quasi due sparizioni al giorno (1,86, per l’esattezza). Dati contenuti nel rapporto sul primo semestre del 2021 redatto dal commissario straordinario del Governo per le persone scomparse, dal quale si evince che, superata la fase di stallo connessa alla pandemia di Coronavirus, il fenomeno è purtroppo tornato a dilagare. Peraltro, la cifra di cui sopra non tiene conto dei minorenni stranieri che spariscono definitivamente: sono stati 2.649, dal 1° gennaio al 30 giugno 2021. Quasi 15 al giorno, di fatto, complice l’immigrazione irregolare.
“Si continuano a registrare numeri rilevanti, che rendono ancora più necessarie le misure di prevenzione adottate e l’affinamento delle tecniche di ricerca”, ha asserito ai microfoni de “Il Corriere della Sera” il prefetto Silvana Riccio. Prendendo in considerazione esclusivamente il novero delle persone che hanno fatto perdere le proprie tracce quest’anno (7.947), di più della metà (4.019) non si hanno ancora notizie. Un incremento aumento legato alla prevalenza di scomparsi stranieri: il 56% nel 2021, contro il 44% del 2020.
MINORI SCOMPARSI IN ITALIA: LE RAGIONI DEL FENOMENO
Tra le motivazioni delle sparizioni dei minori in Italia, nella stragrande maggioranza dei casi (siamo quasi al 90%) si tratta di allontanamenti volontari. Il restante 10% circa è suddiviso tra motivazioni non note, fughe da case-famiglia, disturbi psicologici, sottrazione da coniuge o altro congiunto e possibili vittime di reato. In tutto questo, ci si mette anche la rete a fornire risposte a chi cerca di sparire: il commissario straordinario ha individuato all’interno del sito internet Wikihow una sezione che dà suggerimenti utili a coloro che desiderano scappare di casa, visualizzata 267mila volte prima di essere oscurata dalla polizia postale.
Invece, la maggior parte delle sparizioni di stranieri è connessa ai flussi migratori diretti verso altri Paesi, tesi dimostrata, oltre che dai numeri, dalle regioni nelle quali si sono concentrate le denunce: in prevalenza, sono localizzate in Sicilia e in Friuli-Venezia Giulia, ossia presso i centri di accoglienza nei quali approdano i migranti provenienti dall’Africa del Nord o dall’Asia centrale. Secondo il prefetto Riccio “è necessario un approfondimento sulle possibili iniziative da assumere e, a tale riguardo, sono allo studio alcune iniziative da intraprendere”.