Delusione della Chiesa Cattolica sull'8 per mille dopo le modifiche dello Stato: “danneggiata rete di aiuto ai poveri”. Chigi: “scelte del Governo Conte-2”
LE NOVITÀ SUL 8 PER MILLE AGITANO IL PRESIDENTE DELLA CEI ZUPPI: “LA CHIESA VIENE DANNEGGIATA”
Con le ultime modifiche approntate dal Governo Meloni sull’attribuzione e distribuzione dell’8 per mille annuale la Chiesa Cattolica Italiana manifesta tutta la sua critica e dissenso, dichiarando che il punto della questione non sono i soldi bensì i poveri da aiutare con risorse e finanze inferiori. Lo ha detto il Presidente della CEI, cardinale Matteo Maria Zuppi, intervenendo al convegno di Bologna dedicato al 40esimo anniversario della legge per il sostentamento del clero: c’è forte delusione, spiega l’arcivescovo, per la scelta fatta dallo Stato di modificare in maniera unilaterale «le finalità e le modalità di attribuzione dell’8 per mille di pertinenza dello Stato».
La quota in diminuzione negli anni di fondi destinati alla Chiesa con l’8 per mille resta un tema dirimente (nel 2024 si è scesi per la prima volta, che però sarebbe stato “peggiorato” dalle scelte operate dal Governo: la modifica delle finalità per l’8 per mille andrebbe contro l’accordo stesso, «ne sfalsa oggettivamente la logica e il funzionamento». Non solo, secondo Zuppi tale disparità creata andrebbe a danneggiare ulteriormente la Chiesa cattolica e le altre fedi religiose che hanno firmato intese con lo Stato.
Con l’8 per mille destinato alle opere della Chiesa italiana è sempre possibile aiutare i poveri, i bisognosi e tutti coloro che restano al centro delle urgenti necessità sociali: è un tema di lotta alla povertà come di spesa per l’educazione, con diverse emergenze tanto in Italia quanto nel resto del mondo. Per capire però meglio cosa sia successo e perché vi sia stata una reazione così aspra e diretta dal Presidente dei vescovi italiani, occorre ricordare che la ripartizione delle risorse vede una ripartizione proporzionale alle singole scelte prese dai contribuenti, rispetto però alla tipologia di intervento che viene ammessa con il fondo fiscale.
L’IMPORTANZA DEGLI AIUTI “A CHI AIUTA”: “I SOLDI NON CI INTERESSANO, SIAMO FIDUCIOSI”. LA RISPOSTA DEL GOVERNO
In tal senso, per tutte le scelte residue che permangono dalla “non scelta” dei contribuenti, il Governo in CdM può delibare entro ogni 30 novembre la possibile destinazione degli importi: se tale delibera non avviene, i fondi dell’8 per Milla vengono destinate in maniera proporzionale sulla base della scelta dei singoli cittadini. Ad essere contestato dalla Chiesa vi è il fatto che tra le possibilità date ai contribuenti vi è anche la destinazione del gettito Irpef al recupero di tossicodipendenze o altre dipendenze patologiche.
Sempre secondo il cardinale Zuppi vi è comunque la speranza e la fiducia per un dialogo che permane attivo su tutti i fronti con il Governo italiano, nel rispetto delle rispettive finalità anche per quanto riguarda l’istituto fondativo del 8 per mille, «si può modificare di comune accordo», chiosa il Presidente della CEI confermando però la sua delusione per quanto operato dall’esecutivo, «Ci interessano i poveri, non i soldi» e con meno fondi potrebbero diminuire le opere effettive: secondo Zuppi questo però non deve essere un alibi, in quanto la Chiesa non può mai far venir meno la libertà di aiutare con risposte materiali e spirituali chiunque abbia bisogno.
Dopo però l’intervento di ieri a Bologna dell’arcivescovo Zuppi, da Palazzo Chigi arriva una risposta e una precisazione per far comprendere dove nascano le modifiche sull’8 per mille e quale possibile approfondimento finale potranno avere: in primo luogo, la modifica della legge è stata introdotta da una diversa maggioranza parlamentare – quella dell’allora Governo Conte-bis nel 2019.
Come spiegano le fonti del Governo all’ANSA, in quell’occasione venne introdotta la possibilità per i contribuenti di «poter scegliere direttamente, in caso di scelta dell’8×1000 allo Stato, a quale delle cinque tipologie di intervento destinare il proprio contributo». L’unica modifica fatta realmente dal Governo Meloni è stata quella svolta nel 2023 in merito ad una sesta e ultima finalità in modo da poter sostenere «le comunità di recupero dalle dipendenze».
