Prime grane per Donald Trump, neo presidente degli Stati Uniti. Da quando si è insediato, lo scorso 20 gennaio, il tycoon ha emanato una serie di provvedimenti, alcuni dei quali hanno fatto molto discutere, fra cui anche l’abolizione dello Ius Soli, ovvero, la possibilità di acquisire la cittadinanza dello stato in cui si nasce anche se i genitori non sono cittadini di quello stesso Paese. Ebbene, il provvedimento è stato rigettato, visto che il giudice di Seattle, John Coughenour, ha bloccato l’entrata in vigore dell’ordine esecutivo suddetto, quello che appunto aboliva la cosiddetta “birthrigth citizenship”, la cittadinanza degli Stati Uniti acquisita per diritto di nascita.
Ovviamente la si poteva mettere in preventivo un’opposizione, soprattutto su temi così delicati, a cominciare da quello che viene considerato, come ricorda anche il giornalista Nicola Porro attraverso il proprio blog, uno dei cardini della lotta di Donald Trump ai migranti. E così che ben ventidue stati degli Stati Uniti hanno presentato una opposizione all’abolizione dello ius soli, bloccando quindi l’attuazione del decreto, visto che la mossa del presidente degli Stati Uniti viene ritenuta contraria al quattordicesimo emendamento.
IUS SOLI DI TRUMP BLOCCATO: “150MILA BIMBI NATI OGNI ANNO…”
Nello stesso viene precisato che tutte le persone che sono nate negli Stati Uniti o naturalizzate oltre oceano, e che sono sottoposte alla giurisdizione del Paese, sono cittadini statunitensi. Per coloro che hanno presentato opposizione alla mossa di Trump, abolire lo ius soli significherebbe negare ogni anno, in maniera contraria alla legge, la cittadinanza a circa 150mila bimbi nati sul suolo degli Stati Uniti, così come invece garantisce la costituzione.
Il giudice John Coughenour, discutendo la richiesta dei ricorrenti, ha dato ragioe agli stessi, precisando che la mossa di Trump è “palesemente incostituzionale”, puntando anche il dito nei confronti degli avvocati: “Dove erano quando è stata presa questa decisione?”.
IUS SOLI DI TRUMP BLOCCATO: LE PAROLE DI NICK BROWN
Parole che hanno trovato il consenso di Nick Brown, il procuratore generale dello stato di Washington (da non confondere con lo stato dove si trova Washington), che ha parlato di un atto che va contro la costituzione e contro l’America, dicendosi speranzoso che lo stesso non possa avere effetto. Tutto finito? Niente affatto visto che Donald Trump, dopo l’abolizione dello stop allo Ius Soli ha già fatto sapere di essere intenzionato a presentare appello, una notizia comunicata ai giornalisti durante un recente incontro presso lo studio ovale della Casa Bianca.
Difficile comunque che il tycoon newyorkese possa riuscire a vincere questa battaglia legale, visto che il giudice Coughenour, in passato nominato da Donald Reagan, ha ancora una volta tirato in ballo l’incostituzionalità dell’ordine esecutivo trumpiano, definendolo illegale in maniera inequivocabile. La sensazione è che questa sarà solo la prima di una lunga battaglia legale che Trump sarà costretto ad affrontare se vorrà far approvare tutti i suoi decreti: vedremo cosa accadrà.