Secondo uno studio britannico, l'aborto potrebbe aumentare del 50% il rischio che le donne non abbiano figli anche in età avanzata

Un recente studio indipendente condotto tra Regno Unito e Galles ha per la prima volta associato l’aborto all’aumento dei dati sull’infertilità sul suolo britannico, stimando che abbia un impatto in almeno il 50% dei possibili concepimenti in età avanzata: a condurre lo studio è stato l’attivista pro-life e cattolico Kevin Duffy che mira soprattutto ad aprire le porte a una maggiore consepevolezza pubblica – specialmente tra le donne – sugli effetti a lungo termine dell’aborto.



Prima di arrivare allo studio, vale la pena ricordare che la sua pubblicazione segue le recenti notizie che parlano di una nuova possibile legge sull’aborto proposta dal governo britannico: l’idea – ancora da discutere e approvare, ma che potrebbe finire nella legge di Bilancio del prossimo anno – sembra essere quella di permettere l’interruzione della gravidanza per qualsiasi ragione e, soprattutto, in qualsiasi momento; potenzialmente anche a ridosso del concepimento vero e proprio.



Lo studio sull’aborto e l’infertilità: “Le donne hanno il 50% di probabilità in più di non avere figli entro i 45 anni”

Venendo a noi, secondo i dati raccolti e analizzati da Kevin Duffy – basati su quelli ufficialmente emessi dall’Office for National Statistics – nel corso del 2022 tra le donne sotto i 25 anni si sono registrati un totale di quasi 191mila concepimenti, dei quali il 48% (ovvero 90.753 casi complessivi) si sono risolti con un aborto; segnale di un cambiamento netto di mentalità che vede nell’interruzione della gravidanza una sorta – per così di dire – di metodo contraccettivo.



Aborto USA, le proteste dei pro-life (ANSA-EPA 2024)

Mettendo in fila i dati, Kevin Duffy ha stimato che entro il 2045 circa il 25% delle donne che avranno raggiunto i 45 anni potrebbero trovarsi senza figli a causa di un precedente aborto e rimuovendo dalla lista complessiva coloro che avranno effettivamente figli, lo studio dell’attivista pro-life sostiene  che le pratiche abortive saranno – appunto, entro il 2045 – all’origine di circa il 50% dei mancati concepimenti in età avanzata.

Di fatto lo studio di Kevin Duffy non collega direttamente l’aborto all’infertilità perché suggerisce anche che in quel 50% rientrino i casi in cui le donne sopra i 45 anni – dopo un’interruzione di gravidanza in giovane età – scelgono di non intraprendere il viaggio della genitorialità a causa delle pressioni sociali esterne, oppure per via del naturale deterioramento della loro fertilità; potenzialmente riducendo ulteriormente il già basso tasso di fertilità totale che – nel Regno Unito – è attualmente pari a 1,41.