L'AfD fa ricorso a Colonia contro l'etichetta di 'organizzazione estremista' da parte dell'Ufficio federale per la protezione della Costituzione

Confermando quella che era l’attesa di tutti gli osservatori – nonché l’unica mossa sensata, a ben guardare – il partito tedesco Alternative für Deutschland (o semplicemente AfD) ha deciso di fare ricorso contro la recente classificazione da parte dell’Ufficio federale per la protezione della Costituzione tedesca di “organizzazione estremista” che concede ai servizi segreti ampi margini discrezionali per tenere sotto stretto controllo i suoi leader: una mossa – appunto – facilmente immaginabile e che è stata resa nota dallo stesso AfD per mezzo di un portavoce che ha recentemente parlato con il quotidiano tedesco Faz.



Partendo dal principio, l’annuncio da parte dell’Ufficio federale è stato fatto a due passi dall’insediamento del nuovo governo tedesco dopo le elezioni in cui il partito era arrivato secondo immediatamente sotto all’alleanza CDU-CSU attualmente guidata dal cancelliere entrate Merz (rispettivamente con il 20 e il 32 per cento dei voti): dal conto dell’Ufficio era arrivata anche la precisazione che le indagini nei confronti del partito stavano andando avanti da diverso tempo e che gli esiti erano stati – addirittura – ritardati per non uscire a ridosso delle elezioni federali; mentre dal conto dei leader dell’AfD si tratta di una chiara mossa politica per indebolirne il successo elettorale.



AfD nega le accuse e si appella al Tribunale di Colonia: “Nessuna prova per definirci un pericolo per la Costituzione”

Nel documento inviato dall’Ufficio federale tedesco al Ministro degli Interni – ultimo nella catena a dover confermare la classificazione – l’AfD viene descritto come “organizzazione estremista” in virtù di alcune prove raccolte che dimostrerebbero le “dichiarazioni xenofobe, anti-minoranze, islamofobe e anti-musulmane” di una parte dei suoi esponenti politici, mentre da tempo erano già sotto osservazione speciale alcune delle delegazioni territoriali (specialmente quelle dell’Est) e la sezione giovanile (poi sciolta): a conti fatti la classificazione concede ai servizi segreti la possibilità di intercettare i leader del partito, infiltrare agenti sotto copertura e – più genericamente – controllarne ogni mossa.



Dal conto suo l’AfD aveva bollato come false le accuse – specialmente quelle di xenofobia e islamofobia – mosse dall’Ufficio federale, ritenendo del tutto “illegale” la classificazione da parte sua dato che non ci sarebbero “prove” per ritenere il partito un pericolo per la Costituzione: l’ultima mossa dello scontro – fermo restando che nel frattempo si è aperto il dibattito sulla possibilità di sciogliere il partito, anche si tratta di una mossa lunga, rischiosa e che chiede il consenso della Corte costituzionale – è la decisione da parte dei leader di appellarsi contro l’etichetta davanti al tribunale di Colonia.