Il tesoriere dell'AfD Wolfgang Lippmann commenta la recente sentenza contro il partito: le accuse di razzismo ed estremismo sarebbero del tutto politiche

Nel mezzo del terremoto politico che sta colpendo il partito tedesco Alternative für Deutschland – meglio noto con la sigla AfD – è arrivato sulle pagine della Stampa il commento del tesoriere Wolfgang Lippmann considerato tra gli esponenti più influenti del patito e che ha contribuito a plasmarne l’attuale linea politica, particolarmente forte nei sondaggi in quello stesso Est della Germania che alle ultime elezioni ha premiato l’AfD con un 20,8% di voti; tutto – naturalmente – poco prima che l’Ufficio federale per la protezione della Costituzione dichiarasse il partito un pericolo per la democrazia a causa della sua posizione di “estrema destra”.



Sentenza che Lippmann nell’intervista alla Stampa ha fin da subito duramente rigettato, ritenendola “politicamente motivata” dal fatto che sia vicino l’insediamento del prossimo governo tedesco: dal conto suo – infatti – quella concezione “etnico-culturale del popolo” che il tribunale critica al partito non sarebbe mai stata “sostenuta” da nessuno di loro e quanto sta accadendo crede che sia esclusivamente una “strumentalizzazione politica” dell’autorità di sciogliere i partiti; precisando peraltro che “la glorificazione del nazismo non riflette la nostra linea programmatica“.



Wolfgang Lippmann: “L’AfD affronta i problemi senza edulcorarli ma non siamo né razzisti, né estremisti”

Entrando nel vivo di quella che è la vera natura dell’AfD, il tesoriere spiega al quotidiano torinese che si tratta – innanzitutto – di “un partito legittimo democraticamente” che rispetta la “Legge fondamentale” tedesca: le posizioni spesso dure espresse dai leader politici non sarebbero estremismo, ma un tentativo di “affrontare i problemi senza edulcorarli” ed ogni critica alle realtà oggettive che esprimono – come per esempio il fatto che nelle aree di “grande immigrazione si riscontra un aumento (..) di gravi crimini” – altro non farebbe che minare “la cultura del libero dibattito”.



A chi critica il partito per la posizioni sui migranti, il tesoriere Lippmann ci tiene a spiegare che per loro l’importante non è “l’origine etnica” ma il fatto che qualsiasi cittadino si “integri nella nostra società” e rispetti “lo Stato di diritto, la libertà di opinione e l’uguaglianza tra uomini e donne”: in tal senso chiunque è il benvenuto, ma altrettanto importante è mettere “dei limiti a chi contraddice questi valori” e resta fermo il fatto che c”chi segnala gli sviluppo problematici della società non deve essere automaticamente etichettato come razzista“.