Il governo accelera per l’approvazione del testo che andrà a regolamentare gli affitti brevi. Inizialmente l’idea era quella di agire con un disegno di legge: si passerà invece ad un decreto legge, atto normativo utilizzabile in caso di maniera urgente da disciplinare. A confermarlo è stato deputato di Fratelli d’Italia, Gianluca Caramanna, il quale ha affermato che “il testo sarà pronto a giorni”. Il nuovo contratto prevede la permanenza di almeno due notti: non sarà possibile dunque rimanere solamente una notte, con l’eccezione per le famiglie che abbiano almeno tre figli.
“Il contratto di locazione per finalità turistiche avente ad oggetto uno o più immobili ad uso abitativo, nei comuni capoluoghi delle città metropolitane non può avere una durata inferiore a due notti consecutive, fatta eccezione per l’ipotesi in cui la parte conduttrice sia costituita da un nucleo familiare con almeno tre figli“, si legge sulla bozza. Il proprietario non potrà inoltre affittare più di due appartamenti: sopra questa soglia infatti verrà considerata “attività economica” e a quel punto sarà indispensabile aprire una partita Iva.
Cosa prevede il DL affitti brevi
Un’altra novità nel decreto legge affitti brevi riguarda il Cin (Codice identificativo nazionale), che dovrà essere segnalato: la pena sono multe fino a ottomila euro. Infine, gli immobili a uso turistico dovranno possedere le dotazioni di sicurezza contro gli incendi e il monossido altrimenti non potranno essere affittati. All’Ansa, il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca, esprime soddisfazioni: “Come la Ceneretola del mondo, l’unico Paese che non aveva legiferato sugli affitti brevi ma mi viene francamente da ridere quando dicono che questo è un decreto fatto a posta per le esigenze degli albergatori”.
I numeri di Federturismo Confindustria in Italia mostrano che sono oltre 500mila le strutture che offrono affitti brevi a scopo turistico. Questi sono “frutto di una totale assenza di regolamentazione del mercato che in molti centri ha creato problemi di overtourism. È indispensabile ora accelerare sui tempi di approvazione”. Alcuni rappresentanti del settore immobiliare e turistico hanno però bocciato il decreto legge con un documento congiunto. Ritengono infatti la norma “fortemente lesiva del diritto di proprietà” e “profondamente illiberale e in molte sue parti contrario ai principi costituzionali” e “soprattutto palesemente mirata a contrastare la locazione delle abitazioni private“.