Possibile svolta nel giallo riguardante il pestaggio a Vittorio Rapisarda: indagato il suo collaboratore, Daniele Moretti
Le forze dell’ordine stanno indagando sul pestaggio ai danni di Vittorio Rapisarda Federico, dirigente del Mit. Secondo quanto riferisce il Corriere della Sera sul registro degli indagati sarebbero finiti i nomi di Giancarlo Santagati, colui che ha materialmente colpito la vittima, ma soprattutto di Daniele Moretti. Quest’ultimo è un dipendente del provveditorato per le opere pubbliche delle regioni Sardegna, Abruzzo e Lazio, e il suo nome è alquanto sospetto in quanto è un collaboratore di Vittorio Rapisarda. Il dirigente era stato colpito con diverse bastonate il 4 ottobre scorso a Roma, nell’androne del suo palazzo.
Un’aggressione inspiegabile ma in questi cinque mesi gli inquirenti hanno studiato con attenzione il caso, ed ora Daniele Moretti risulta indagato per concorso in tentato omicidio, la stessa accusa che viene contestata a Santagati, oltre alla rapina. Gli inquirenti starebbero infatti pensando che sia stato proprio Moretti a commissionare il pestaggio, forse per un mancato incarico professionale, che non sarebbe stato ottenuto proprio per via di una scelta del suo titolare, Vittorio Rapisarda. Ovviamente siamo ancora nel campo delle ipotesi, ed è per questo che chi indaga ha deciso di fare luce sulla posizione di Moretti, che dovrà chiarire il suo ruolo.
AGGRESSIONE VITTORIO RAPISARDA: GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI
Al momento non risulta alcun contatto fra Santagati e il nuovo indagato, ma i due potrebbero essersi parlati con il telefonino di una terza persona. Santagati era stato visto aggirarsi nel palazzo di Vittorio Rapisarda qualche giorno prima il pestaggio, “travestito” da elettricista, quattro diversi appostamenti fino a che il dirigente del Mit, insospettendosi, non si era avvicinato e aveva ricevuto di risposta una vera e propria aggressione.
Insomma, un giallo che gli inquirenti stanno cercando di ricostruire nel dettaglio, ma sono convinti che la verità si nascondi nell’attività lavorativa della vittima. “Ho visto la morte in faccia”, ha raccontato Vittorio Rapisarda dopo essere rimasto per più di sessanta giorni in ospedale, speriamo che il suo dramma possa trovare giustizia.
