Alberto Di Monaco citato in giudizio da una donna brasiliana che vive nelle Marche e che sostiene di aver avuto una relazione con il Principe dalla quale sarebbe nata una bambina che oggi ha 15 anni. Come fa sapere La Repubblica, la donna avrebbe deciso di chiedere il riconoscimento di sua figlia che le avrebbe chiesto informazioni sul padre. Da qui la decisione di citare il Principe Alberto di Monaco in giudizio dopo aver tentato di contattare la famiglia reale, ma senza successo. A portare avanti la causa della donna davanti al tribunale di Milano è l’avvocato Erich Grimaldi che spiega i fatti nella memoria presentata alle autorità giudiziarie. “Dopo averlo conosciuto in un noto locale in Brasile, la donna avrebbe accompagnato Alberto di Monaco in un viaggio di piacere in giro per l’Europa”, sostiene il legale. La donna brasiliana, all’epoca dell’incontro con il Principe Alberto aveva 19 anni e lavorava in uno dei locali più famosi di Rio De Janeiro e non conosceva chi fosse davvero. “Ho deciso di dare alla luce la mia bambina nonostante lui ad un certo punto sia sparito. Quando poi mi sono trasferita in Italia, e ho scoperto la sua vera identità, è stato uno shock”, ha raccontato la donna nella citazione depositata dall’avvocato.
ALBERTO DI MONACO CITATO IN GIUDIZIO DA UNA DONNA BRASILIANA: CHIESTO IL RICONOSCIMENTO DELLA FIGLIA
Da un incontro in Brasile e da un viaggio in Europa sarebbe nata la figlia della donna brasiliana che chiede il riconoscimento da parte del Principe Alberto. Per ottenere il riconoscimento, sarà necessario un test del DNA che, come fa sapere l’avvocato Erich Grimaldi nelle dichiarazioni riportate da La Repubblica, starebbe soffrendo per tutta la situazione. “La mia assistita sta vivendo un momento molto delicato e importante per la vita di sua figlia, che dopo 15 anni ha chiesto alla madre di rivelarle chi sia il padre naturale. E lei ha deciso di assecondare il suo desiderio. Il mancato riconoscimento, che dovrà necessariamente passare per un test del Dna, ha provocato profonda sofferenza alla fanciulla, la quale ha diritto di essere riconosciuta e tutelata”, ha concluso l’avvocato.