La Lega riunita in Veneto (tra Liga e Carroccio) grazie ad Alberto Stefani: futuro post-Zaia e unità di autonomia e sovranismo, scenari verso le Regionali

STEFANI CON SALVINI E ZAIA: “PER IL VENETO C’È SOLO LUCA”

Alberto Stefani ha 33 anni, per la politica italiana è un’eta praticamente da teenager, eppure oltre ad essere un propositivo deputato della Lega in Parlamento, ha avuto l’incarico non minimale di ricompattare il Carroccio in Veneto dopo le tensioni cresciute negli anni tra Via Bellerio e la Liga Veneta del “doge” Luca Zaia. Ed è proprio Stefani che dal palco dell’evento leghista a Padova nel weekend – ultima tappa prima del Consiglio Federale del 5-6 aprile 2025 a Firenze, dove salvo sorprese dovrebbe essere riconfermato segretario Matteo Salvini – ha confermato la piena unità di intenti fra il vicepremier e il Governatore.



Non è un caso che ormai convintamente il leader della Lega spinga forte per riconfermare Zaia come candidato del Centrodestra alle prossime Elezioni Regionali in Veneto: come più volte ribadito da Alberto Stefani, anche il vicepremier attende il proncunaeiemtno della Corte Costituzionale in merito al tema del terzo mandato per “sbloccare” l’impasse sul candidato per il voto di fine 2025. Dopo l’elogio pubblico di Salvini nei confronti del segretario della Liga Veneta dal palco di Padova, è lo stesso Stefani ad allontanare le voci “retrosceniste” sul suo nome come possibile prossimo Governatore post-Zaia (qualora la Consulta accogliesse il ricorso del Governo contro la legge della Campania, ndr).



«Io Presidente? Penso a fare il segretario regionale della Liga Veneta», tiene un low profile l’enfant prodige della Lega in Veneto parlando con il “Gazzettino”, ribadendo che dopo Zaia al momento l’unico in corsa è proprio lo stesso Governatore, «c’è solo Luca».

È però evidente che dopo il pronunciamento della Corte sarà tutto chiaro sulle mosse che il Centrodestra potrà seguire per le Regionali venete: come ha spiegato Salvini, qualora i giudici costituzionali dovessero “impedire” il terzo (che poi sarebbe quarto, ndr) mandato di Zaia, allora la Lega presenterà un nome agli alleati per proseguire il buon governo di questi ultimi 15 anni in Veneto. Ed è lì che – si vocifera – il nome di Alberto Stefani potrebbe tornare di strettissima attualità.



IL LAVORO (DI BASSO PROFILO) NEL RICOMPATTARE LEGA E LIGA VENETA: IL RUOLO DEL “GIOVANE ALBERTO”

Del resto in questi anni alla guida della Liga Veneta il deputato 33enne originario di Borgoricco (Padova) è riuscito nell’impresa non solo di evitare spaccature interne ai nostalgici della Lega un tempo bossiana, ma ha avvicinato fino a ricompattare del tutto le diverse anime del partito. Su tutte, l’unità di intenti tra Zaia e Salvini – con anche Fedriga in Friuli – in Veneto rende possibile la crescita attuale nei sondaggi tanto locali quanto nazionali.

Identità che guarda al futuro e non più al passato, autonomia e sovranismo, battaglia per abbassare le tasse e attenzioni ai bisogni dei territori: il discorso a braccio di Stefani dal palco di Padova assomiglia molto ad un lancio programmatico, per il momento come traino ideale dell’eventuale nuova candidatura di Zaia. Ma se la Consulta dovesse mettere idealmente i “bastoni tra le ruote” della Lega, ecco che il partito non sarebbe sguarnito nell’unire istanze locali con quelle nazionali.

Figlioccio politico di Bitonci e Ostellari, nell’intervista odierna al “Gazzettino” è ancora Stefani a definirsi come un “semplice” segretario della Liga Veneta: «il partito sta bene, la Lega si è ricompattata e continua a crescere in termini di tesserati». La Lega punta a confermarsi come primo partito anche alle Regionali, con l’unità di intenti rinnovata e ritrovata tra Liga Veneta e Carroccio: secondo Stefani, la spinta di Salvini per tenere assieme sia le istanze autonomiste che sovraniste si sposa perfettamente con la direzione da prendere per la Lega anche in Veneto, «è inutile avere l’autonomia differenziata se poi in Europa impongono 800 miliardi di debito per il riarmo, o se impongono di vendere le case con le direttive green».