Da una ricerca recente è emerso che i giovani che bevono molto alcol possono vedere “modificato” il proprio cervelletto. A sottolinearlo sono i colleghi di Wired.it, che citano uno studio eseguito presso l’ospedale universitario di Kuopio e dall’università della Finlandia orientale, secondo cui il cosiddetto binge drinking (una sorta di abbuffata alcolica), può alterare il cervello già nella prima età adulta, quindi in periodi molto brevi.
Al momento è stato analizzato un piccolo campione di giovani e le alterazioni riguarderebbero appunto il cervelletto, zona posteriore del cervello che è coinvolta in alcune importanti funzioni cognitive, come ad esempio l’attenzione, la memorizzazione, il linguaggio, la regolazione degli impulsi legati al piacere e alla paura. Il ruolo dell’alcol sul cervello era ben noto, grazie a fior fior di studi, ma fino ad oggi nessuno aveva studiato gli effetti su giovani. Ci hanno pensato appunto i ricercatori finlandesi che hanno studiato 58 ragazzi di età compresa fra i 21 e i 28 anni, i cui comportamenti legati all’assunzione di alcol sono stati monitorati per i 10 anni precedenti, appunto l’adolescenza.
ALCOL E ADOLESCENTI, IL BINGE DRINKING CAUSA DANNI AL CERVELLETTO: “FUNZIONI COGNITIVE COMPROMESSE”
Dei 58 ragazzi, 33 sono stati considerati forti bevitori, mentre i restanti 25 avevano bevuto meno o quasi nulla. Tutti, comunque, manifestavano un normale funzionamento del cervello, e non avevano una diagnosi di un disturbo da uso di alcol o alcol-dipendenza. Ebbene, nei 33 forti bevitori la risonanza magnetica cerebrale ha evidenziato delle alterazioni al cervelletto, in particolare per quanto riguarda il volume dei lobuli posteriori: “I nostri risultati – si legge nello studio specifico – suggeriscono la presenza di alterazioni nel cervelletto di giovani adulti in salute con una storia di un forte consumo di alcol dall’adolescenza”. Così invece Virve Kekkonen, che ha coordinato lo studio: “Le aree del cervello coinvolte sono associate a funzioni motorie e cognitive. Tuttavia, bisogna condurre altre ricerche per valutare il significato e le implicazioni di questi risultati”.