Alessandra Matteuzzi, il killer Giovanni Padovani ha tentato il suicidio in cella: il commento del suo legale Gabriele Bordoni a Mattino 5
La diretta odierna di Mattino 5 si è tornata ad occupare dell’omicidio di Alessandra Matteuzzi in seguito alle due più recenti novità che sono emerse nell’ultimo periodo relative al killer Giovanni Padovani: da un lato – infatti – l’uomo è stato condannato all’ergastolo anche nel processo d’Appello, mentre – dall’altro – recentemente sembra aver tentato nuovamente il suicidio all’interno della sua cella e potrebbe presto essere trasferito nel reparto psichiatrico del penitenziario; entrambi punti che – in diretta su Canale 5 – sono stati commentati dal legale del killer di Alessandra Matteuzzi, il dottor Gabriele Bordoni.
“Sulla base dei documenti in mio possesso – spiega il legale a Mattino 5 – vedo che non è stato Padovani a chiedere il trasferimento, ma i sanitari proprio in relazione alle sua condizioni”, spiegando che il tentato suicidio sarebbe legato ad un tentativo di “tagliarsi le vene” con un oggetto che l’avvocato non saprebbe indicare; mettendo peraltro in chiaro che si sarebbe cagionato delle “ferite piuttosto severe” che gli hanno causato una perdita “abbondante” di sangue.
Alessandra Mattuzzi, il legale di Padovani: “La tesi di problemi psichiatrici va ulteriormente approfondita”
Entrando ancora più nel merito del dibattimento del caso sulla morte di Alessandra Matteuzzi, il legale si è trovato anche a commentare delle ricerche effettuate da Padovani nei mesi precedenti all’omicidio nella quale avrebbe cercato informazioni su “dove perde meno sangue una persona”, sui “posti migliori dove nascondersi con un cadavere” e sulla validità della legge italiana all’estero: argomenti che per l’accusa proverebbero la premeditazione, ma che secondo il legale proverebbero che “anche nei mesi precedenti il signore avesse un delirio mentale più che una premeditazione”.
“Sul fatto che finga – spiega ancora il legale del killer si Alessandra Matteuzzi, adducendo alla tesi avanzata dall’accusa secondo cui non avrebbe alcun problema mentale – questo lo dicono soltanto i peridi della corte su una valutazione di ordine forense che non è stata nemmeno completata e sulla quale c’è ancora il contraddittorio. Io non sono custode di alcuna verità – precisa ancora il legale -, ma dico che quando ci sono delle evidenze che illuminano una possibile direzione vanno approfondite”, riferendosi alla tac ordinata dalla difesa che avrebbe rilevato la presenza di “una ciste nel cervello” che potrebbe giustificare un parziale vizio mentale.
