La trasmissione Zona Bianca si è occupata del caso di Alessia Pifferi: la sorella commenta l'potesi che possa avere un disturbo mentale grave
La trasmissione Zona Bianca è tornata ad occuparsi del caso di Alessia Pifferi perché sono emerse – presentate in anteprima proprio dalla trasmissione di Rete 4 – delle nuove carte processuali che potrebbero cambiare l’impianto accusatorio nei confronti della donna e aprire ad una nuovissima fase del processo: mercoledì – infatti – si sarebbe dovuta tenere la prima udienza d’appello a carico dell’indagata Alessia Pifferi, nel corso della quale il giudice ha aperto all’ipotesi di una nuova perizia psichiatrica che deve ancora essere proposta alla donna attualmente detenuta in via cautelare.
Il punto principale della perizia è capire se effettivamente Alessia Pifferi sia in grado di intendere e di volere: dal conto della sua difesa – guidata dalla nota legale Alessia Pontenani – ci sarebbero alcune perizie che la descrivono come una persona con gravi difficoltà cognitive note (da un certificato medico) fin dalla più tenera età; mentre la tesi dell’accusa è che sarebbe una spietata e cruda assassina che ha deciso di ignorare volontariamente la figlia – morta dopo sei giorni di stento – per andare a divertirsi con un uomo conosciuto sul web, arrivando ad ipotizzare che la perizia potrebbe essere – addirittura – falsificata.
Partendo proprio da qui, in un recentissimo documento della procura la perizia svolta su Alessia Pifferi quando era bambina – e che proverebbe un “grave deficit cognitivo” – viene riportato che “il materiale [è] del tutto privo di timbri di copia della cartella clinica [o] documentazione [e] privo di numeri di pagina”, addirittura “manoscritto” ed “appartenente ad altra persona” che viene indicata anche con nome e cognome: “Se così fosse – spiega la criminologa Bruzzone – si chiama frode processuale” ed augurandosi “che non si arrivi a questo” ci tiene a chiarire che “conosco Pontenani e mi risulta veramente difficile da credere che si sia spinta così in avanti per difendere Alessia”.
La sorella di Alessia Pifferi nega i disturbi psichiatrici: “È un modo per discolparsi dalle sue responsabilità”
Intercettata fuori dal tribunale, la legale di Alessia Pifferi sul processo si è limitata a sottolineare che “il 10 febbraio si discuterà sulla perizia” perché dal conto suo “ritengo necessario per la tranquillità d tutti capire cosa ha in testa” la sua assistita; precisando poco dopo che la sua assenza dall’udienza sarebbe legata al fatto che “era a letto e non riusciva ad alzarsi”, confermando anche le indiscrezioni che recentemente hanno parlato di una “relazione affettuosa con una compagna di cella” con la quale ora intenderebbe “sposarsi” al punto che “io sarò la testimone di nozze”.
Presente nello studio di Zona Bianca è ancora una volta la sorella di Alessia Pifferi – Viviana – a negare l’esistenza di un qualche pregresso disturbo mentale, dicendosi solamente pentita di “averla sempre rispettata e di non aver mai interferito perché se avessi immaginato quello che stava succedendo sarei andata a prendermi la bambina”; mentre spiegando che “mia sorella ha lasciato la scuola (..) perché non aveva voglia di studiare” e non per via di qualche difficoltà, sottolinea che dal suo punto di vista “penso che [i suoi racconti] siano un po’ tutte cose per colpevolizzare gli altri” e scaricare da sé la colpe della morte della figlia.
Parole che tornano anche nelle dichiarazioni rilasciate dalla madre di Alessia Pifferi – Maria Alessandri – che precisando che la faglia “è sempre stata normale” tanto che quando era bambina nessuno psicologo disse loro “di fare dei controlli”; mentre sul (presunto?) grave deficit mentale della donna, la madre ci tiene a sottolineare che ultimamene “non riconosco più mia figlia“, ritenendo che si sia letteralmente “trasformata” e che il suo racconto sia “tutto falso“.