Non c’è traccia del “terzo uomo” tra i Dna isolati sul frammento del reggiseno di Alice Neri trovato sulla scena del crimine a Fossa di Concordia (Modena). È quanto sarebbe emerso all’esito del nuovo accertamento in sede di incidente probatorio, riporta la Gazzetta di Reggio, e che escluderebbe il profilo di un collega della vittima (il presunto autore delle “lettere” romantiche trovate nell’armadietto aziendale di Alice Neri dopo la tragedia) dalla rosa dei potenziali sospetti. Il principale indagato resta il tunisino Mohamed Gaaloul, in carcere con l’accusa di aver ucciso la donna la notte tra il 17 e il 18 novembre 2022 dopo averla “agganciata” fuori dal locale Smart Café dove la 32enne aveva passato la serata con un altro collega.
Secondo il fratello di Alice Neri, Matteo Marzoli, non ci sono elementi che possano far ipotizzare un coinvolgimento del terzo uomo nella vicenda e ogni pista alternativa sarebbe “un buco nell’acqua”. Lo ha dichiarato ai microfoni del Resto del Carlino in una intervista in cui condensa la sua amarezza per le insinuazioni sulla sorella e sulla sua presunta vita parallela al di là del matrimonio e della maternità: “Al netto di quanto risulta a oggi, tutti gli indizi convergono sullo stesso punto, ossia sul principale indiziato, Mohamed Gaaloul. Tutto il resto che si è provato a fare è stato un ‘gran buco nell’acqua’. Io mi focalizzerei sul punto, senza combattere contro i mulini a vento, per arrivare alla verità e dare una degna sepoltura a mia sorella il cui corpo è ancora in giro per l’Italia“.
Il fratello di Alice Neri: “Continuano a violentarla anche dopo la morte”
La rabbia del fratello di Alice Neri emerge dalle parole spese nel corso dell’intervista rilasciata poche ore fa al quotidiano, in una serie di considerazioni in cui non manca una constatazione amarissima: “Stanno continuando a violentarla senza pietà anche dopo morta. Io da sette mesi combatto, insieme al nostro avvocato di famiglia, Cosimo Zaccaria, per preservare la dignità di mia sorella“. Secondo Matteo Marzoli, il ricordo di Alice Neri e la sua storia sarebbero infangati da incessanti illazioni sulla sua condotta morale e sulla sua presunta doppia vita, nel totale disprezzo della verità e del suo essere mamma di una bimba che non potrà più crescere.
Il fratello della 32enne, trovata morta carbonizzata nella sua auto a Fossa di Concordia, il 18 novembre 2022, si augura che le indagini proseguano nel rispetto della memoria di Alice Neri e nella “ricerca del vero colpevole, e non di un colpevole ‘a caso’“. Nell’intervista rilasciata al Resto del Carlino, Matteo Marzoli ha parlato poi del “terzo uomo”, il collega di Alice Neri mai indagato a cui è stato prelevato il Dna per la comparazione con il materiale isolato sulla spallina del reggiseno della donna: “Mi hanno accusato di essere suo amico, di capirlo, ma il mio è puro senso civico. Si è cercato in tutti i modi di criminalizzare una persona ma senza avere niente in mano (…). A oggi non ci sono elementi che ne comprovano il coinvolgimento. Qualcuno aveva fretta di volersi fare pubblicità sulla pelle di Alice“.