AMELIE/ “C’è musica su Marte”: un cuore che non demorde

- Alessandro Berni

Dopo cinque anni torna Paola Memeo in arte Amelie con un mini cd, breve, ma essenziale

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Ci sarà davvero musica su Marte? Ma nove per nove farà veramente ottantuno? Ripartiamo dal principio.  Un’assenza di cinque anni dall’incisione  – ossia da quel bel disco intitolato “Il Profumo di Un’Era) – interrotta dal singolo Dentro la stanza che fa capolino nella primavera inoltrata dello scorso anno.  Il progetto di coverizzare celebri canzoni degli anni ‘80 al momento accantonato, la presa di coscienza che in mezzo alla mania compulsiva del music business di questi anni, una soluzione saggia e prudente sarebbe stata quella di pubblicare poco e bene.  Tutto questo confluisce in “C’è Musica su Marte”, nuovo EP della grande voce milanese Paola Memeo in arte Amelie che, nel cercare la soluzione ideale per il ritorno all’appuntamento discografico, osa il formato che – di questi tempi – appare quasi rivoluzionario del mini-album.  Ovvero come condensare esistenza, amore e ciò che resta dei desideri in un disco di quattordici minuti, sorta di manuale di sopravvivenza per riconquistare se stessi e la vita intera.  Il tutto con produzione, arrangiamenti, tastiere e programmazioni condivise con la sapienza artigianale di Giovanni Rosina e l’apporto mirato delle chitarre elettriche di Alessandro Teruzzi. 

Di notte è il brano manifesto legato a doppio filo a Il nuovo mostro in apertura del precedente album.  In un presente privo di una vera visione di speranza che non sia legata a particolarismi di vario segno, il tempo notturno si impone più come condizione permanente che opportunità di lucidare e definire il proprio pensiero.  Più un isolamento che un inizio di liberazione.  Ma nel fondo c’è sempre un cuore che non demorde e continua a dar segno di sé, tanto da ridefinire la musica come gesto estremo di preghiera e di interrogazione, come se la musica stessa fosse parte essenziale dell’esistenza in qualsiasi punto dell’universo conosciuto, e perché no anche su Marte.  Arpeggi liquidi prog-style in apertura, loop di drum machine, atmosfere avvolgenti, canovacci di tastiere e chitarre sulla base, con le melodie portanti della voce inconfondibile di Amelie a cercare di afferrare lo sfuggente. 

E’ un inizio carico che si propone di coniugare un’anima pop-rock tradizionale con un approccio più electro come i tempi esigono, fino a che con Le luci sono stelle le proporzioni si invertono.  Ci troviamo ora in una ballad per piano e voce che si distende in un cosmic pop dalla melodia diretta (e il bell’intervento al sax dell’ospite Claudio Sax) come diretta è la riflessione che propone.  In un tempo esausto ed indaffarato a inseguire le proprie piccole vanità, al cospetto delle stelle, essere controcorrente coincide con il pensare a qualcosa che non finisce.

This is Life soddisfa l’Amelie-moment in lingua inglese che già nel passato meno recente aveva prodotto il gioiello di repertorio Just For You.  Il gothic pop-rock di quest’ultima, è rilevato da una vivace dance song che in tre minuti declina con maestria un prontuario’80 e 90’ tra echi di Visage, Ace of Base e la Neja delle hit riempipista, con il piano a chiudere il tutto questa volta in decrescendo.

In conclusione la già nota Dentro una stanza, beat soffuso e regolare piacevolmente radiofonico come certe pop hit d’annata, funge da corollario di questo breve e intenso rendez vous con un’Amelie che, con la consueta eleganza, ci porta dentro e fuori le stanze di questo mondo.

 Amelie sarà in concerto allo Zio Live di Milano, sabato 9 novembre 2019. 





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