Andrea Iannone: “Mi sento morire senza moto, se ci penso impazzisco”, si ritiene innocente nel caso che lo ha portato alla squalifica per doping ma riesce ad essere felice perché...
Andrea Iannone ringrazia l’Aprilia, che non ha mai mancato di difenderlo e di considerarlo innocente, e fa il tifo per chi corre attualmente sulla MotoGp di Noale: “Sono contento per il podio di Aleix Espargararo a Silverstone, il primo della marca in MotoGp, e mi felicito per l’arrivo di un pilota di alto livello quale Maverick Viñales. Sono soddisfazioni che compensano le sofferenze patite con la mia vicenda”, ma non bastano a consolare Iannone, che si sente ancora un pilota e naturalmente vorrebbe correre: “La moto mi manca ogni giorno, non mi lasciano più fare quello che sapevo fare meglio. Prima di andare a letto ogni sera e quando mi alzo ogni mattina, mi sento un motociclista e mi alleno come un pilota. Vivo come se fossi un pilota. Ma senza correre. Mi manca ma non posso continuare a pensare solo a quello, perché altrimenti mi uccido o impazzisco completamente”.
ANDREA IANNONE: “SONO UNA VITTIMA, MA RIESCO COMUNQUE AD ESSERE FELICE”
Andrea Iannone si sente una vittima, una persona colpita da un’ingiustizia: “Per la Federazione sono innocente, lo ha dichiarato senza esitazione. E la mia innocenza è stata dimostrata, tra l’altro, dal test del capello – ha ricordato il pilota italiano -. Quindi non merito questa sanzione. Spero che la mia storia sia d’esempio e che serva a cambiare le regole nel futuro: bisogna evitare che si ripetano cose del genere”. Gli resta ancora un anno e mezzo da scontare, un periodo ancora molto lungo, anche perché tornare in pista dopo non sarà affatto facile, dunque la carriera di Andrea Iannone è davvero in bilico.
Intanto “vivo alla giornata, non so che cosa succederà in un anno e mezzo. Possono capitare tante cose…”. Andrea Iannone dichiara comunque di essere felice, magari anche grazie a una nuova fidanzata dopo la parentesi con Belen Rodriguez. Ma non solo: “Lo sono perché riesco ad apprezzare da dove sono partito, che cosa ho fatto e dove sono arrivato. Sapere di essere innocente mi aiuta a sua volta ad essere contento”. Il desiderio di tornare in moto non deve diventare un’ossessione, ribadisce in conclusione Andrea Iannone: “Quello di salire di nuovo su una moto è un sogno permanente. Ma non è giusto, adesso, pensare se ce la farò a tornare oppure no”.
