Come è morto Andrea Prospero? Se l'è domandato ieri Chi l'ha visto, parlando con i famigliari del ragazzo, a cominciare dal padre e dai fratelli

Chi l’ha Visto si è soffermato ieri sul caso di Andrea Prospero, il giovane studente universitario trovato senza vita in un B&B di Perugia. In studio vi era il padre, la sorella e l’avvocato, ma il talk di Rai Tre ha potuto parlare per la prima volta anche con Matteo, il fratello più grande di Andrea Prospero: “Mio fratello non si sarebbe mai messo contro la legge o in questi giri assurdi – racconta come prima cosa – Andrea Prospero era contro falsificazioni, bitcoin… fra giovani queste cose vengono proposte ma lui ha sempre detto che non si sarebbe mai messo in mezzo a queste cose visto che c’erano troppi criminali, quindi lui evitava.



Lui non faceva nemmeno le scommesse sul calcio anche se gli piaceva molto il calcio. Non si può dire che mio fratello fosse un criminale, ciò che scrivono non corrisponde a quello che era mio fratello”.

E ancora: “Andrea non era tipo da social – ha aggiunto – evitava le foto, anche in famiglia, sui social c’era troppo gossip e a lui non piaceva, quindi tutta questa cosa di Telegram è stata una messa in scena. Era l’unico ragazzo che conosco che non aveva social. Poi sulle sim lui non era esperto, sull’informatica faceva cose base. Lui seguiva il calcio – ripete – ma questa dinamica che è emersa non centra con mio fratello. Anche i farmaci non li ha mai utilizzati, non prendeva la tachipirina quando aveva la febbre, il vaccino non l’aveva fatto quest’anno, preferiva sopportare il dolore e l’unica cosa che usava era la crema per l’acne”.



Sembra che Andrea Prospero abbia fatto diverse ricerche sui farmaci: “E’ stata una istigazione al suicidio oppure semplicemente non si è accorto dei falsi amici che aveva attorno che gli hanno tolto la vita, io chiedo che venga fatta giustizia per mio fratello, e chiedo che i responsabili si facciano avanti. Dietro c’è gente losca e penso che qualcuno abbia usato il nome di Andrea Prospero per colpevolizzare lui, è stato un prestanome”.

Il padre di Andrea Prospero aggiunge: “Abbiamo fiducia nella magistratura, forse in mezzo a qualche guaio si è messo ma non posso credere che si sia suicidato”. Anna Prospero, la sorella, aggiunge: “Lui si faceva sempre i fatti suoi, non era per niente un pettegolo, era molto discreto”.



ANDREA PROSPERO, LE PAROLE DEGLI AMICI

L’avvocato Mangano, della famiglia di Andrea Prospero, commenta: “La procura sta andando avanti con massimo impegno, sono state completate le prime 3 relazioni, a cominciare dalla relazione medico legale da cui si capirà come e quando Andrea ha perso la vita. E’ stata completata anche l’informativa sui contenuti dei dispositivi cellulari e del pc di Andrea Prospero. Si è scoperto che c’è una interazione in rete, su Telegram, e ci sono dei profili forse di Andrea, la procura sta cercando di capire chi c’è dall’altra parte in queste chat. Potrebbero essere scoperti altri reati? Assolutamente sì”.

Anche gli amici di Andrea Prospero sono allibiti: “Lui il pc lo usava a livello base, mai pensato di fare soldi con le criptovalute. Adesso fra i giovani vanno molto i fuffaguru, non le carte di credito, soprattutto Andrea. Ci sono questi guru che ti permettono di fare soldi facili rivendendo prodotti, al massimo Andrea avrebbe potuto fare questo, dubito che si possa essere interessato al mondo delle carte e delle clonazioni. Andrea un cracker? Lui non era uno che frodava le banche, che clonava le carte, lui non era così, in soli 6 mesi non avrebbe potuto arrivare a quei livelli”.

I ragazzi che lo conoscevano lo descrivono a volte come schivo “Ma arrivare ad avere una doppia vita ce ne passa”. Gli amici sono quindi d’accordo nel pensare che Andrea non avrebbe mai potuto fare una vita da “criminale informatico”. Andrea “Non era uno spregiudicato che rischiava, aveva anche paura a copiare”. Il padre della vittima ha ripreso la parola ricordando che: “La sua media di informatica era di 6/6,5 non di più. Io penso che per fare queste truffe bisogna essere esperti”.

ANDREA PROSPERO, L’AVVOCATO: “LA PROCURA LAVORA PER AVERE RISPOSTE”

L’avvocato aggiunge: “Il tema della doppia vita va affrontata da un’altra prospettiva, non riguarda soltanto Andrea ma appartiene ad una intera generazione. Io credo che non esista una generazione più controllabile di questa, da questo punto di vista è difficile pensare che la vita segreta di questi giovani sia un modo a parte. La domanda è, ma Andrea ha gli strumenti per navigare dove ci sono le trappole, le insidie e le tentazioni, e per uscirne? Quando stai sotto e vuoi risalire ti accorgi che attorno a te ci sono nickname, codici e avatar e ti assale una profonda solitudine”.

Anna si dice concordo: “Si sta descrivendo una immagine di Andrea che non è quella vera, lui non nascondeva i problemi, glielo leggevi dagli occhi se aveva problemi, io penso che sia stato abbindolato da qualcuno o forse non è riuscito a gestire una situazione”.

Il padre concorda: “Se avesse avuto un problema, anche piccolo, si sarebbe notato. Se discutevamo in famiglia lui piangeva e andava in camera, non gridava”. L’avvocato ha spiegato che: “Il procuratore ci ha detto che il caso non è chiuso e che daranno tutte le risposte alle domande della famiglia, inoltre si dicono certi che troveranno un nome e un cognome per rispondere di ciò che ha fatto”.

Un vero e proprio giallo quello di Andrea Prospero che speriamo possa essere risolto quanto prima: davvero questo bravo ragazzo, timido, schivo, dalla vita assolutamente normale, ha portato avanti negli ultimi sei mesi una vita parallela? E davvero si è suicidato? Speriamo di avere quanto prima risposte.