Antonia Terzi è morta a soli 50 anni a causa di un incidente stradale in Inghilterra, in uno schianto lungo un’autostrada sul quale sta facendo luce la polizia britannica, racconta la Gazzetta di Modena che ha diffuso la notizia in Italia. Era un ingegnere che ha lasciato il segno nel mondo della Formula 1, il che non succede spesso alle donne, in particolare grazie al muso a “tricheco” della Williams, per poi passare al settore dei trasporti civili con l’avveniristico “superbus”, capace di trasportare i passeggeri sfrecciando a oltre 250 km/h.
Antonia Terzi era conosciuta per tante vulcaniche idee per i team della Formula 1: era stata alla Ferrari e poi alla Williams, alle dirette dipendenze di Patrick Head che l’aveva fortemente voluta e l’aveva strappata a Maranello. Sui social i messaggi di cordoglio ricordano una “mente fervida”, “pioniera tra le donne in ruoli tecnici”. Il team Williams ha espresso, tramite un tweet, il proprio cordoglio ufficiale: “Siamo profondamente rattristati di apprendere della scomparsa della nostra ex collega e capo aerodinamica, Antonia Terzi. Il nostro pensiero va agli amici e alla famiglia di Antonia in questo momento difficile”.
ANTONIA TERZI, LA CARRIERA DELL’INGEGNERE IN FORMULA 1 E NON SOLO
Antonia Terzi era nata e cresciuta nel Modenese e proprio a Modena si era laureata in Ingegneria. Inevitabile il suo approdo da giovanissima alla Ferrari, anni gloriosi con Jean Todt al comando e Michael Schumacher al volante di una scuderia che vinceva GP e Mondiali a ripetizione. Antonia Terzi era rimasta a Maranello per cinque anni, lavorando al fianco di Nicolas Tombazis per poi passare a soli 31 anni alla Williams, conquistando in pochissimo tempo tutto il team inglese. Alla Gazzetta dello Sport, Sir Frank Williams dichiarò: “È una ragazza valida, molto tenace e determinata”, tanto che le affidò la responsabilità del dipartimento aerodinamico del team.
Fu la fantasia di Antonia Terzi a creare il “muso a tricheco” della FW26, con attacchi delle sospensioni sporgenti dalla scocca per avere un maggiore passaggio d’aria nella parte inferiore. Dopo l’esperienza in Formula 1, finita forse perché Antonia Terzi voleva tornare in Ferrari ma non perdonata da Maranello per il “tradimento”, ci fu una breve collaborazione con Dallara, l’insegnamento di ingegneria aerospaziale all’università di Delft, in Olanda, e la collaborazione alla progettazione del “Superbus” in fibra di carbonio, 23 posti e apertura delle porte ad “ali di gabbiano”, capace di sfrecciare a oltre 250 km/h. Di recente Antonia Terzi aveva ricevuto l’incarico per diventare docente universitario a Canberra, in Australia, alla facoltà di Ingegneria e Informatica, purtroppo l’incidente mortale ha spezzato la sua vita.