La richiesta di archiviazione dell’inchiesta sulla morte del piccolo Antonio Giglio è stata respinta. Imputazione coatta per Marianna Fabozzi, la madre del bambino di 4 anni precipitato dalla finestra dell’abitazione della nonna il 28 aprile 2013. Lì dove fu vista Fortuna Loffredo prima di essere scaraventata giù dal terrazzo. L’ipotesi di reato è omicidio, invece l’ex compagno Raimondo Caputo deve rispondere di favoreggiamento personale. Lui è stato già condannato in via definitiva all’ergastolo per aver violentato e ucciso Fortuna e per le violenze commesse sulle figlie dell’ex convivente. Invece a Marianna Fabozzi in secondo grado è stata confermata la condanna a 10 anni di carcere per non aver impedito all’ex compagno di abusare delle figlie. Proprio la tragedia di Fortuna Loffredo ha fatto emergere le contraddizioni sulla misteriosa morte di Antonio Giglio. E ora il caso si riapre, come riferisce il Fatto Quotidiano. Per la madre il bimbo sarebbe precipitato dopo essersi sporto troppo dalla finestra nel tentativo di osservare un elicottero. La sorella di Raimondo Caputo però ha fornito un’altra versione agli inquirenti. E quindi dopo la richiesta di archiviazione dell’inchiesta per omicidio volontario, il gip Pietro Carola in poco più di tre pagine scrive che ci sono elementi per procedere.
ANTONIO GIGLIO, MADRE ACCUSATA DI OMICIDIO
«La richiesta di archiviazione non può essere accolta perché sono stati acquisiti elementi sufficienti che consentono di celebrare il giudizio nei confronti degli indagati», ha scritto come riportato dal Fatto Quotidiano. Anche di Raimondo Caputo, le cui dichiarazioni sono contraddittorie e per il tentativo di costringere la sorella Antonietta a dichiarare il falso, cioè negare la sua presenza nella casa di Angela Angelino, nonna di Antonio, quando il bambino è precipitato. Il gip ha sottolineato che la versione di Maddalena Guardato, zia di Fortuna Loffredo, riguardo le voci secondo cui Marianna Fabozzi fece precipitare il figlio dalla finestra della casa della madre, «hanno trovato conferma nelle dichiarazioni di Antonietta Caputo, testimone oculare». Quest’ultima riferì di aver visto la madre del bambino, riflessa in uno specchio, far cadere il piccolo nel vuoto. Dichiarazioni centrali che hanno trovato diverse conferme, tra cui l’assenza di impronte digitali del bambino sul davanzale della finestra, l’unico dato oggettivo emerso dalla consulenza tecnica disposta dal pm. Ma ci sono anche le dichiarazioni del compagno di cella di Raimondo Caputo, il quale gli avrebbe confidato che la morte del piccolo Antonio Giglio non era stato un incidente, «ma che Marianna l’aveva fatto cadere dalla finestra» e lui l’aveva difesa per evitare che la compagna «a sua volta parlasse della morte di Fortuna».
ANTONIO GIGLIO COME FORTUNA LOFFREDO: LA DECISIONE DEL GIP
Nella decisione del gip ha avuto peso anche il contenuto della denuncia sporta da Raimondo Caputo contro il suo difensore, perché aveva ricondotto in maniera esplicita la morte del bambino ad un omicidio. Come riportato dal Fatto Quotidiano, a tutti questi elementi il giudice ha aggiunto delle riflessioni. La possibilità che Antonio Giglio sia caduto da solo è stata giudicata «del tutto inverosimile» come lo è il fatto «un bimbo di 4 anni si arrampichi su una finestra per infilarsi nello strettissimo spazio di 25 centimetri». Inoltre, sotto la finestra «non vi è nessun mobile che consenta di salirvi sopra e raggiungere il davanzale». C’è poi il contento socio-ambientale in cui tutto è avvenuto: dai reati per i quali Raimondo Caputo è in carcere (violenza sessuale nei confronti di Fortuna Loffredo e altre bambine, l’omicidio di Chicca) e la «cupa atmosfera familiare». Tutto ciò per il giudice per le indagini preliminari contrasta «con la casualità della caduta del piccolo Antonio dalla finestra».