Secondo Mike Pompeo le conseguenze dell'atomica in Iran sarebbero devastati per l'Italia e l'Europa: il ragionamento dell'ex capo della Cia
È un’interessante analisi su di un tema troppo spesso ignorato nel dibattito pubblico italiano quella fatta dall’ex direttore Cia ed ex Segretario di stato degli USA – sotto il primo mandato di Trump – Mike Pompeo sulle pagine del Giornale, riflettendo sulle conseguenze che avrebbe lo sviluppo dell’atomica in Iran: tema – quest’ultimo – al centro di una lunga trattativa condotta dallo stesso Donald Trump per arrivare ad un accordo con il quale limiterebbe le possibilità per gli ayatollah di arrivare all’effettivo sviluppo di un’atomica in Iran e che secondo l’ex Cia dovrebbe essere sostenuto a gran voce anche dall’Unione Europa che più di chiunque altro soffrirebbe le conseguenze della corsa atomica iraniana.
Partendo dal principio, Mike Pompeo ci tiene a chiarire fin da subito proprio il fatto che l’atomica iraniana “rappresenterebbe una minaccia esistenziale” per l’intera Europa, negando l’ipotesi che si tratti di una dotazione di tipo “difensivo” dato che Teheran considera le armi nucleari uno vero e proprio strumento di “potenza e coercizione”: a provarlo ci sarebbero “chiare e numerose (..) prove” che partono dal fatto che l’Iran abbia “nascosto [le] strutture”, passano per la scelta di limitare gli accessi “gli ispettori” e arrivano fino all’arricchimento dell’urano “ben oltre qualsiasi obbiettivo civile”.
Mike Pompeo: “L’atomica in Iran sarebbe una minaccia al pari della Guerra Fredda, ma le soluzioni ci sono”
Le conseguenze di permettere la dotazione dell’atomica all’Iran – spiega ancora Pompeo – sarebbero “immediate” perché innanzitutto si innescherebbe una “corsa agli armamenti in tutto il Medio Oriente” che trasformerebbe la regione “cruciale per il commercio italiano e le forniture energetiche” in una vera e propria “polveriera nucleare” dato che la potenza atomica iraniana fornirebbe ai “suoi ‘proxy'” la scusa per “intraprendere azioni più aggressive” nei confronti di realtà come “Israele, Arabia Saudita, Turchia ed Egitto”.
La conseguenza secondaria di tutto questo – continua Mike Pompeo nel suo ampio ragionamento – è che si innescherebbero “flussi di rifugiati verso le coste italiane” in grado di destabilizzare l’intera area Mediterranea; senza dimenticare che attualmente Teheran ha già sviluppato “missili balistici avanzati” in grado di raggiungere senza troppe difficoltà le principali città italiane, costringendo sia Roma che Bruxelles a mettere in campo “costose misure difensive”.
Le soluzioni – conclude l’ex Cia – ci sono e sono sotto gli occhi di tutti perché per impedire lo sviluppo dell’atomica in Iran l’UE dovrebbe innanzitutto “rafforzare la pressione economica” congiuntamente agli USA, ripristinando poi in un secondo momento (o anche in parallelo) la sua “deterrenza militare“: anche la “diplomazia ha il suo ruolo”, infatti, secondo Pompeo “il regime iraniano comprende solo la forza e le sue conseguenze“, evitando una minaccia che secondo lui sarebbe “la più significativa (..) dalla Guerra Fredda”.
