Come è morta Aurora Maniscalco? Se lo chiede la famiglia a cominciare dal padre, ieri intervistato dai microfoni de L'Estate in diretta
E’ tornata ieri a Palermo la povera Aurora Maniscalco, la giovane hostess di Palermo che lo scorso 25 giugno è morta in quel di Vienna dopo essersi gettata dal balcone dell’abitazione in cui viveva con il fidanzato. La svolta delle ultime ore riguarda proprio l’iscrizione sul registro degli indagati del compagno di Aurora Maniscalco, nonostante le autorità viennesi avessero quasi già chiuso il caso come suicidio.
Diverso invece quanto sostengono gli inquirenti italiani, secondo cui quella ragazza potrebbe essere stata istigata a gettarsi dal balcone. Al gesto estremo non ha però mai creduto la famiglia della 24enne, e lo ha ribadito anche ieri, parlando con il programma di Rai Uno, Estate in diretta, il papà della giovane hostess: “Aurora pensava alla vita, era piena di vita, aveva molti progetti”.
AURORA MANISCALCO, IL PAPA’: “VIENNA CI HA NEGATO LA VERITA’”
E ancora: “Non torna il racconto che ci fa il fidanzato, l’orario in cui ci dice che è avvenuto l’incidente, tante cose… le sue parole, non mi ha dato una motivazione valida per questa lite e subito dopo l’incidente non è stato fermato, non sono stati sequestrati i telefoni ne l’appartamento”.
“E’ stata negata l’autopsia, molto superficialmente da Vienna ci è stato negato il diritto a sapere la verità. Ora ci troviamo qui in Italia e finalmente l’autorità vuole scoprire la verità”. E ancora: “Lei era solare, piena di vita, aveva voglia di vivere, non penso proprio avesse voglia di fare questo gesto, sicuramente”.
AURORA MANISCALCO, IL PAPA’: “IL SUO FIDANZATO…”
“Dove sta il suo voler bene di questo ragazzo? – si domanda ancora il papà di Aurora – è anche sparito, come la sua famiglia. Ultimo messaggio che mi ha mandato mia figlia? Ti voglio bene papà, con il curicino”. Poche ore dopo è arrivato anche il messaggio di Elio, il compagno della ragazza, in cui gli spiegava che doveva parlargli: “Capì subito che fosse successo qualcosa, purtroppo non mi aspettavo ciò che mi ha detto subito dopo… Aurora si è buttata dal balcone””. Il ragazzo ha scritto al padre di Aurora Maniscalco solo dopo 9 ore l’accaduto: “Mi disse che aveva paura di avvisarmi ma i genitori li aveva avvisati prima, i genitori erano già a Vienna!”.
I rapporti fra le famiglie erano inesistenti racconta ancora il padre della 24enne palermitata: “Mi disse che era scoppiata una lite quando arrivai lì. Ha raccontato che Aurora aveva già tentato il suicidio in precedenza, ma tu devi subito avvisare la famiglia se viene a scoprire questa cosa. E poi se una persona ti vuole bene avrebbe potuto salvarla, avrebbe cercato di prevenire l’accaduto”, per poi ribadire: “Io non credo al suicidio di Aurora ma non voglio più vedere questa persona”.
AURORA MANISCALCO, IL PAPA’: “SONO STATO A VIENNA…”
Il papà di Aurora Maniscalco è stato a Vienna nell’appartamento da cui si è gettata la figlia, spiegando: “La balaustra del balcone era molto alta e poi ci sono dei segni fuori dal balcone, sembrano di una persona che tenta di arrampicarsi per cercare di salvarsi. Lui dice che si è buttata ma se ti butti, ti butti in avanti, non ho altre spiegazioni, il muro del balcone è alto, e poi c’è il passamano in ferro di 10 centimetri e arriva sopra il mio stomaco, io sono stato su quel balcone e l’ho visto”.
Sulla relazione fra i due, il padre della vittima spiega: “Aurora parlava più con la madre che con me sulla relazione, io a essere sincero l’avevo visto come un ragazzo educato e rispettoso, anche se non sono stato presente molto in questi ultimi due anni per lavoro”. C’è stato però un episodio che aveva colpito particolarmente il papà di Aurora: “Una volta la famiglia di lui ha lasciato mia figlia da sola in aeroporto di notte, i genitori di lui sono andati a prenderlo e hanno lasciato mia figlia a terra, è inconcepibile”. Ricordiamo che la famiglia del ragazzo ha sempre rimandato al mittente ogni accusa, e anche lo stesso fidanzato di Aurora Maniscalco ha sempre parlato di suicidio, ma qualcosa non sembra tornare. Ma cosa è successo davvero quel maledetto giorno di fine giugno a Vienna? Possibile che magari la povera 24enne sia stata in qualche modo istigata a gettarsi di sotto o davvero ha fatto tutto da sola, magari in un gesto di disperazione? La speranza è che le nuove indagini possano fare chiarezza, ma vedendo anche altri casi simili degli anni passati, non sarà semplice dimostrare con pienezza eventuali responsabilità di terzi, a meno che non spunti qualche testimone che abbia visto l’intera scena o l’eventuale assassino non confessi la verità.
