Uno studio italiano ha scoperto una nuova causa dell'autismo: si tratta dell'anticorpo Fraa che in gravidanza blocca l'apporto di folati al cervello
Un recente studio italiano è riuscito a individuare una nuova causa – o meglio, una concausa – che sembra aumentare il rischio di sviluppare l’autismo, collegata alla presenza di un particolare anticorpo nella madre che interferisce con lo sviluppo del feto durante la gravidanza: una scoperta decisamente importante perché – e ci arriveremo dopo – apre le porte a nuove terapie preventive che possono risolvere il “problema” e garantire al futuro bimbo uno sviluppo sano e identico a quello di tutti gli altri coetanei.
Prima di arrivare alla nuova scoperta è bene ricordare che i ricercatori sono partiti da una certezza già riscontrata in altri studi condotti in passato e in varie aree del mondo: nel 70% dei bambini affetti da autismo – infatti – era stata riscontrata l’inspiegabile presenza di almeno un tipo di anticorpo della famiglia chiamata “anti-recettore del folato alfa” (oppure semplicemente anticorpi Fraa), presenti anche in almeno uno dei due genitori.
Una scoperta che a lungo era rimasta – appunto – senza una reale spiegazione, almeno fino a quando non è stata approfondita da un team di ricercatori dell’Istituto di ricerca Altamedica che ha sede a Roma e Milano, capitanati dal dottor Claudio Giorlandino che sono riusciti a collegare la presenza degli anticorpi Fraa al potenziale sviluppo dell’autismo nelle primissime fasi della gestazione, quando gli embrioni si trasformano in feto e, poi, in bambino.
La nuova scoperta sull’autismo, perché è importante: “Con un’inizione possiamo bloccarne l’insorgenza”
Secondo le conclusioni dei ricercatori – pubblicate sulla rivista “Clinical and Translational Neuroscience” – la sola presenza dell’anticorpo Fraa (di per sé innocuo) nel sangue della madre sarebbe una delle principali cause dell’autismo: l’anticorpo, infatti, ha come effetto quello di bloccare il recettore che trasmette – attraverso la placenta – i folati al cervello del bambino che si sta sviluppando nell’utero.

Senza un corretto apporto di folati, il cervello del bambino non riesce a svilupparsi correttamente e aumentano esponenzialmente i rischi di sviluppare dei disturbi collegati allo spettro dell’autismo, o anche i cosiddetti “DSA” – ovvero i Disturbi specifici dell’apprendimento -: una scoperta, appunto, importante perché ora apre le porte a tutta una nuova serie di possibili terapie per nulla invasive che possono risolvere il deficit di folati.
Proprio i ricercato, infatti, hanno spiegato di poter scoprire in anticipo (addirittura prima della gravidanza) la presenza degli anticorpi Fraa nel sangue della madre: a quel punto, con una semplice e rapida inoculazione di un altro folato – ovvero l’acido folinico – si riesce a inibire il blocco del recettore e scongiurare l’insorgenza dell’autismo; purché, precisa il team di ricercatori, si intervenga entro le primissime fasi della gravidanza, prima che il danno cerebrale nel bambino si consolidi e sia irreversibile.
