Maurizio Belpietro, firma de “La Verità”, ha dedicato un articolo pubblicato sull’edizione del quotidiano in edicola oggi alla “cappa di piombo che in Italia impedisce di parlare con la necessaria serenità di come combattere l’epidemia di Covid”. Il giornalista, infatti, ha denunciato il fatto che, in questo periodo storico decisamente delicato in termini di emergenza sanitaria, chiunque sollevi dubbi o si permetta di non condividere alcune decisioni, “pur non essendo in alcun modo no vax viene facilmente etichettato come una specie di idiota, quando non passa come un cinico speculatore a caccia di voti o di copie”.
Nel servizio viene poi sottolineato come fare domande sia il mestiere di ogni giornalista e come cercare di denunciare ciò che si ritiene sbagliato sia un diritto di ogni italiano. Dunque, “l’arroganza con cui si assale chi pone quesiti non solo è sbagliata concettualmente, ma è una deriva pericolosa, perché come ogni pensiero unico, anche quello applicato in questa emergenza sanitaria rischia di portarci fuori strada”. Belpietro si domanda poi che senso abbia continuare a leggere giorno dopo giorno “interviste a professori che propagandano le vaccinazioni e cronache dedicate a persone che si sono ammalate perché non si erano immunizzate e mai articoli e interviste a professori che parlino di modi per curare il Covid o cronache di persone che si siano ammalate nonostante siano state immunizzate?”.
BELPIETRO: “CONSENTITECI IL DIRITTO ALL’INFORMAZIONE”
Nel prosieguo del suo intervento su “La Verità”, Maurizio Belpietro ha rammentato che sul “Telegraph”, autorevole quotidiano inglese, nelle scorse ore ha trovato spazio un articolo nel quale si sottolineava che gli adolescenti maschi hanno sei volte più probabilità di soffrire di problemi cardiaci dopo essere stati vaccinati che di finire ricoverati in ospedale per Coronavirus. Una ricerca condotta dagli studiosi dell’Università della California ha dimostrato che il rischio di complicazioni cardiache per i minori di
età compresa fra i 12 e i 15 anni vaccinati è pari a 162,2 per milione, un’incidenza maggiore rispetto a tutti gli altri gruppi osservati.
“Chiaro il concetto – ha domandato il giornalista –? Si vaccinano gli adolescenti, senza conoscere i potenziali danni, per servire l’interesse di altre persone, cioè di noi adulti, che con il virus rischiamo di più. Vaccino mio figlio anche se ho paura di esporlo a un rischio perché, a causa delle regole
imposte dal Green Pass, se non ha il certificato verde non può andare in palestra, in piscina, in un locale con gli amici ed è pure messo alla gogna come no vax, perché in classe i suoi compagni sono immunizzati e vogliono togliersi la mascherina?”.